La polizia olandese prosegue le indagini sulla truffa collegata a ZKasino, nel corso della quale sono state sottratte criptovalute per un valore pari a 30 milioni di dollari. Nell’ambito delle stesse, il passato 29 aprile è stato arrestato un uomo di 26 anni, elevando ai suoi danni accuse per frode, appropriazione indebita e riciclaggio di denaro. Un arresto diventato abbastanza scontato alla luce di vicende che stanno suscitando grandi proteste presso i soggetti colpiti.

ZKasino, gli ultimi sviluppi della vicenda

La vicenda di ZKasino sembra giunta ad una svolta. Il passato 29 aprile, infatti, la polizia olandese ha provveduto a mettere in stato di fermo un uomo di 26 anni, nell’ambito dell’inchiesta sulla truffa da 30 milioni architettata prospettando l’ipotesi di giocare all’interno di quello che doveva essere un crypto casino.

Stando a quanto riferito dal Servizio di informazione e investigazione fiscale (FIOD), le autorità hanno sequestrato al soggetto fermato più di 11,4 milioni di euro (12,2 milioni di dollari). Un bottino composto da criptovalute, beni immobili e un’auto di lusso, confiscato il successivo 3 maggio.

Le accuse di cui dovrà rispondere l’interessato sono pesanti, andando dalla frode all’appropriazione indebita, per finire al riciclaggio di denaro. L’arresto è, per ora, l’ultimo atto di una vicenda nell’ambito della quale sono scomparsi circa 30 milioni di dollari, suscitando naturalmente grande clamore e proteste.

ZKasino è sotto inchiesta dal 25 aprile

I sospetti su ZKasino hanno iniziato a diffondersi alla metà del mese di aprile. Ovvero dopo che alcune piattaforme per lo scambio di valuta virtuale, a partire da Ape Terminal, hanno in pratica bloccato la quotazione del token. Un blocco dovuto alle accuse di truffa che stavano circolando ormai da giorni.

Scattato l’allarme, è diventato l’obbligo l’interessamento delle autorità, diventato ufficiale il 25 aprile, come ricordato dal FIOD. L’indagine sulla piattaforma crypto dedicata al gioco d’azzardo ruota attorno alla promessa di elevati rendimenti a favore degli investitori, entro un arco temporale pari a 30 giorni.

Una promessa che ha spinto un gran numero di persone di ogni parte del globo a investire nel progetto, formando un bottino superiore ai 30 milioni di dollari. La raccolta è infatti stata pari a 10.515 ETH nel mese di marzo, cui occorre aggiungere gli oltre 10mila trader al dettaglio che hanno acquistato il token ZKAS.  

Proprio lo spostamento degli ETH in questione su un conto di staking di Lido e il mutamento della formulazione sul sito web hanno fatto capire che qualcosa non andava. Gli avvisi degli esperti di sicurezza informatica tesi a mettere in guardia gli utenti sono però stati liquidati come FUD (Fear, Uncertainty, Doubt) dagli sviluppatori del progetto. Dopo aver affermato che il lancio sarebbe andato in porto, è invece emersa la realtà: si trattava dell’ennesima truffa in ambito crypto.

Ora spetta alle autorità giudiziarie tirare il punto sulla questione. Sempre secondo il FIOD, l’uomo fermato dalle forze di polizia sarà detenuto per quattordici giorni. Quelli necessari per condurre ulteriori accertamenti.

Le criptovalute continuano ad essere terreno fertile per i truffatori

Purtroppo, la vicenda di ZKasino non rappresenta un’eccezione. Il settore criptovalutario è ormai da anni terreno fertile per le truffe. Basta in effetti ricordare quelle su OneCoin o QuadrigaCX, per capire la realtà.

Al tempo stesso, troppe persone continuano a dare vita a comportamenti incauti, nella propria attività d’investimento. Mettendosi nella condizione di essere vittime di quelli che, all’atto pratico, sono semplici schemi Ponzi. In cui la promessa di mirabolanti guadagni fa cadere ogni remora, aprendo la strada alla disillusione finale.

Nel caso di ZKasino la speranza è di limitare il danno. Ad aiutare in tal senso potrebbe essere la confisca degli oltre undici milioni di dollari che erano nelle disponibilità dell’uomo arrestato. Non resta quindi che seguire gli aggiornamenti della vicenda, che potrebbero arrivare nei prossimi giorni.