Domanda di Assegno di inclusione (Adi) 2024, il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali dimezza i tempi per avere l’indennità. Le nuove tempistiche della domanda della misura che ha preso il posto del Reddito di cittadinanza sono incluse nelle nuove linee guida per redigere il Patto per l’inclusione sociale (Pais): i nuclei familiari devono essere convocati dal Comuni entro 60 giorni dalla presentazione della domanda, anche se il termine fissato per legge è di 120 giorni.
Inoltre, nelle nuove linee guida si fa menzione dell’aiuto degli Enti del terzo settore (Ets) che possono prevedere punti per la fornitura delle informazioni o, in ogni modo, per il supporto nella presentazione della pratica di richiesta dell’Assegno di inclusione (Adi). A tal proposito, il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha da poco pubblicato il decreto numero 72 del 2024.
Domanda Assegno inclusione, tempi più rapidi per avere l’indennità
Tempi più rapidi per fruire dell’Assegno di inclusione dopo la presentazione della domanda. A prevederlo sono le nuove linee guida contenute nel decreto 72 del 2024 pubblicato dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali che fissano il primo incontro dei Comuni con le famiglie dei richiedenti l’indennità che ha preso il posto del Reddito di cittadinanza in 60 giorni, anziché in 120 giorni.
Il provvedimento, nel dettaglio, fissa le nuove linee guida per la definizione dei Patti per l’inclusione sociale (Pais). In analogia con quanto prevede il decreto 48 del 1° maggio 2023, le linee guida forniscono agli operatori dei servizi sociali, dei centri per l’impiego e agli altri soggetti territoriali che stabiliscono le condizioni affinché i richiedenti possano arrivare alla fruizione dell’Assegno di inclusione, indicazioni e strumenti per la costruzione dei percorsi personalizzati dal punto di vista sociale e lavorativo. Tali percorsi comprendono un’analisi preliminare a una valutazione multidimensionale di quelle che sono le esigenze della famiglie (sia come nucleo che come singoli membri).
Il Patto per l’inclusione sociale (Pais) rappresenta, dunque, il passaggio fondamentale di accompagnamento al cambiamento della situazione familiare circa l’inclusione e la povertà. Le relative azioni vengono trasformate in obiettivi da raggiungere.
Domanda Assegno inclusione tempi e procedure Siisl, Pad e Pais
Pertanto, al fine di ricevere l’Assegno di inclusione (Adi), la famiglia deve iscriversi al Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa (Siisl) e sottoscrivere il Patto per l’attivazione digitale (Pad). Ma i componenti della famiglia devono aderire anche al percorso delineato dai Patti per l’inclusione sociale (Pais) in modo da ricevere un itinerario personalizzato per arrivare all’inclusione lavorativa e sociale. È il Comune di residenza ad avviare il Pais dopo aver ricevuto i dati dal Siisl, al fine di prendere in carico i componenti familiari beneficiari dell’assegno di inclusione.
60 giorni per essere convocati dai Comuni
La novità arrivata con il decreto 72 del 2024 del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali è proprio la riduzione dei tempi di attesa di questo passaggio, dai 120 giorni previsti dal decreto 48 del 2023, ai 60 giorni. La misura consente ai componenti considerati in età e nelle condizioni lavorative (dai 18 ai 59 anni di età), di dimezzare il tempo della presa in carico, con prima fruizione dell’indennità.
La riduzione dei tempi può essere garantita anche reperendo i dati della famiglia dei dati già inseriti, in occasione della richiesta del Reddito di cittadinanza) della piattaforma GePi. In tal caso, si dovranno inserire solo gli aggiornamenti riguardanti la famiglia e le variazioni intercorse.
Collaborazioni Enti del terzo settore
Infine, il decreto 72 del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali può stabilire le condizioni del coinvolgimento degli Enti del terzo settori nella gestione della domanda dell’Assegno di inclusione. Infatti, tali soggetti possono prevedere dei punti informativi e di supporto per le domande dell’Adi, soprattutto per quanto concerne le situazioni di povertà e collaborare con gli enti attivi in istituti quali la distribuzione alimentare garantita dalle risorse europee.