I virologi stanno avvertendo che la prossima pandemia potrebbe essere causata dal virus dell’aviaria, noto anche come influenza aviaria.

Questo virus ha già causato gravi epidemie tra gli uccelli, e in America anche in alcuni mammiferi, ma i ricercatori sono preoccupati per la sua capacità di mutare e trasmettersi agli esseri umani.

Se il virus dell’aviaria dovesse sviluppare la capacità di diffondersi efficacemente tra le persone, potrebbe scatenare una crisi sanitaria globale. Gli esperti stanno monitorando attentamente le mutazioni del virus e le sue interazioni con altre specie per valutare il rischio di un’eventuale pandemia. Scopriamo di più.

Secondo i virologi, la prossima pandemia potrebbe essere l’aviaria, ecco perché

Secondo gli esperti, il rischio che il virus dell’influenza aviaria possa causare la prossima pandemia è in aumento. Ecco per quali motivi:

  • Mutazioni pericolose: alcuni ceppi del virus, come l’H5N1, stanno mostrando una crescente capacità di mutare e adattarsi agli esseri umani, aumentando il rischio di trasmissione tra persone.
  • Espansione tra mammiferi: recentemente, il virus ha iniziato a circolare anche tra diversi mammiferi, un passo che potrebbe anticipare la trasmissione tra umani.
  • Diffusione degli uccelli selvatici: gli uccelli migratori, in particolare le anatre selvatiche, sono vettori naturali dell’influenza aviaria, portando il virus in varie regioni, comprese le aree urbane.
  • Elevato potenziale di contagio: essendo un virus influenzale, l’aviaria ha il potenziale di diffondersi rapidamente attraverso le goccioline respiratorie, aumentando il rischio di contagio su larga scala.

Con questi fattori in gioco, il pericolo che l’influenza aviaria possa trasformarsi in una nuova pandemia è reale. Gli scienziati stanno studiando da vicino le mutazioni del virus e le sue modalità di trasmissione per anticipare e prevenire una crisi sanitaria globale.

Secondo Arnaldo Caruso, presidente della Società Italiana di Virologia (Siv-Isv), l’influenza aviaria potrebbe essere la prossima pandemia. In un’intervista all’Adnkronos Salute, Caruso esprime preoccupazione per la diffusione di un ceppo altamente patogeno del virus H5N1, che sta causando un’epidemia tra i bovini da latte negli Stati Uniti. Questo ceppo è stato riscontrato anche in frammenti di latte pastorizzato in vendita sul mercato statunitense.

Caruso, che ha recentemente partecipato al Congresso della Società Europea di Microbiologia Clinica e Malattie Infettive (Ecmid) a Barcellona, sottolinea che la circolazione del virus tra i mammiferi è un passo importante verso la sua trasmissione all’uomo.

Quali sono i sintomi dell’influenza aviaria sugli esseri umani?

L’influenza aviaria, causata da ceppi virali come l’H5N1, può manifestarsi negli esseri umani con una vasta gamma di sintomi che variano da forme lievi a severe. I sintomi più comuni comprendono:

  • Febbre alta
  • Mal di gola
  • Tosse
  • Mal di testa
  • Dolori muscolari
  • Difficoltà respiratorie

In alcuni casi, l’influenza aviaria può progredire verso complicanze più gravi, come:

  • Polmonite virale
  • Insufficienza respiratoria acuta
  • Disturbi multiorgano

Questi sintomi solitamente si manifestano tra 2 e 7 giorni dopo l’esposizione al virus. Se si avvertono sintomi simili all’influenza dopo il contatto con uccelli o dopo un viaggio in zone a rischio, è fondamentale consultare un medico il prima possibile per una diagnosi e un trattamento appropriati.

Il contatto con uccelli infetti o con ambienti contaminati rappresenta il principale fattore di rischio per l’influenza aviaria nell’uomo.

Come si cura l’influenza aviaria?

Il trattamento dell’influenza aviaria negli esseri umani è sintomatico e prevede di solito:

  • Farmaci antivirali: medicinali come oseltamivir e zanamivir vengono spesso prescritti per ridurre l’intensità e la durata dei sintomi legati all’influenza aviaria. Questi farmaci agiscono contro il virus e possono prevenire complicazioni gravi.
  • Cure ospedaliere: nei casi più gravi, il ricovero in ospedale potrebbe essere necessario per fornire supporto respiratorio, monitorare le condizioni del paziente e gestire eventuali complicazioni come la polmonite virale o l’insufficienza respiratoria acuta.

La prevenzione è essenziale per limitare la diffusione del virus. Ciò comporta evitare il contatto con uccelli infetti o con superfici contaminate, lavarsi frequentemente le mani e seguire le raccomandazioni delle autorità sanitarie.