Spettano 330 euro al mensile dall’INPS a coloro che soffrono di una delle condizioni invalidanti previste nell’elenco ministeriale. Si tratta di patologie croniche e invalidanti che, in molti casi, comportano una riduzione della capacità lavorativa, dando diritto all’accesso alla pensione di invalidità o alla pensione anticipata, se sussistono i requisiti previsti. Vediamo insieme quali sono le patologie che danno diritto a ricevere 330 euro al mese.

INPS: 330 euro al mese

 Sono molte le patologie che comportano una riduzione della capacità lavorativa; pertanto, viene garantito un sostegno economico a tutti i cittadini inabili al lavoro. La Commissione medica ASL – INPS, per le patologie invalidanti, riconosce un punteggio percentuale per accedere all’invalidità civile a favore dei cittadini affetti da minorazione congenita o acquisita (legge n. 118/1971) o ad altre agevolazioni previste dalla normativa.

L’invalidità civile viene riconosciuta alle persone inabili al lavoro che rientrano in un’età compresa tra 18 e 67 anni. Coloro che invece non raggiungono i 18 anni o superano i 67 anni di età, per ottenere il beneficio economico, necessitano del riconoscimento dell’incapacità di svolgere le azioni quotidiane tipiche dell’età del richiedente.

Prima di procedere con l’individuazione delle patologie che permettono di ricevere 330 euro dall’INPS, è importante chiarire i diversi aspetti del riconoscimento dell’invalidità.

Innanzitutto, il riconoscimento dell’invalidità dà diritto a ricevere diversi benefici, mentre altri aiuti vengono erogati a seguito del riconoscimento della non autosufficienza, e altri ancora sono legati al riconoscimento di un handicap. Pertanto:

  • con la definizione di invalidità si intende la ridotta capacità lavorativa di un individuo a causa di minorazione congenita o acquisita;
  • per handicap si intende colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione (Legge-quadro legge 5 febbraio 1992, n. 104, articolo 3, comma 1);
  • per non autosufficienza si intende la condizione legata a gravi difficoltà fisiche, psichiche, sensoriali, cognitive o relazionali che ostacolano l’interagire con il proprio ambiente comportando la perdita permanente, totale o parziale, delle abilità indispensabili a svolgere le azioni quotidiane della vita senza il supporto di un accompagnatore.

Assegno mensile di assistenza

 Le persone a cui la commissione medica ASL/INPS riconosce una percentuale di invalidità compresa tra il 74% e il 99% possono richiedere l’assegno mensile di assistenza pari a 333,33 euro per tredici mensilità.

L’assegno è riconosciuto a coloro che compiono tra 18 e 65 anni, sono senza lavoro e hanno un reddito annuo complessivo non superiore a 5.725,46 euro. Non è possibile cumulare l’assegno con altri redditi pensionistici. Ai cittadini che superano i 65 anni di età viene riconosciuto l’assegno sociale dell’INPS.

La pensione di invalidità viene riconosciuta con una percentuale al 100% alle persone di età compresa tra 18 e 65 anni, con un reddito annuo complessivo non superiore a 19.461,12 euro. Questa percentuale di invalidità permette di ricevere anche l’indennità di accompagnamento.

Inoltre, la normativa prevede che in caso di invalidità al 100% possa essere applicato l’incremento al milione, pari a circa 400 euro di aumento mensile, per chi supera i 18 anni di età.

INPS: 330 euro al mese per chi soffre di diabete, aritmie, infiammazioni intestinali o malattie psichiche   

 Per quanto riguarda le patologie per cui viene riconosciuta l’incidenza delle infermità sulla capacità lavorativa, viene espresso un pregiudizio in percentuale per determinare il danno funzionale permanente.

Tale percentuale è riferita alla capacità lavorativa generica. L’attribuzione dell’aiuto è subordinata al livello di gravità riscontrato, che può essere lieve, moderato, grave o gravissimo.

Nelle tabelle INPS, tra le patologie più comuni troviamo:

  • Apparato Cardiocircolatorio: patologie aritmiche, coronopatie, disfunzioni cardiache.
  • Apparato Respiratorio: patologie broncopneumopatiche, interstiziopatie, trapianti di polmoni.
  • Apparato Digerente: patologie stenotiche, cirrosi, trapianti, infiammazioni intestinali croniche.
  • Apparato Urinario: patologie da insufficienza renale cronica, trapianti di reni.
  • Apparato Endocrino: patologie da diabete mellito, insufficienza corticosurrenale, acromegalia, sindrome di Cushing.
  • Apparato Osteoarticolare: patologie da amputazioni complete o parziali, perdita delle mani.
  • Apparato Neurologico: patologie da sclerosi multipla, morbo di Alzheimer, morbo di Parkinson, epilessia, emiplegia, o comunque malattie psichiche come disturbo amnesico, schizofrenia, depressione, ritardi mentali, disturbi del comportamento.
  • Apparato Uditivo: sordità completa o parziale.
  • Apparato Visivo: ipovisione, cecità parziale o completa.

A questo elenco si aggiungono le altre patologie rare riconosciute come invalidanti, come ad esempio:

  • Emoglobinuria parossistica notturna;
  • Mielofibrosi;
  • Talassemia major.

Infine, come riportato da osservatoriomalattierare.it, sono ancora numerose le condizioni di infermità, patologie e malattie rare che non figurano nelle tabelle di riferimento INPS. Un esempio importante è rappresentato dalla Sindrome di Scheuermann, riconosciuta come patologia invalidante solo in alcuni casi specifici.