Pierfrancesco Favino ci riprova: dopo 3 David di Donatello vinti in passato, oggi 3 maggio tocca al suo più recente film “Il Comandante“, pellicola sulla vita e sulle azioni militari del comandante di sommergibili Francesco Todaro.

Sul red carpet Favino sottolinea l’importanza della cultura e di un suo adeguato sostentamento, prendendo in prestito le parole che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha rivolto ai candidati ai vari David. Una cultura che ha bisogno dei giovani e della loro voglia di osare.

Favino ai David di Donatello 2024: “Recitare in un sottomarino è stato divertente”

La poliedricità di Favino è diventata un meme ed oggetto, sui social, di battute che ne prendono in giro l’esser presente in film diversissimi fra loro: commedie, drammi, film d’azione e pensosi. Un campionario che l’anno scorso si è arricchito con “Il Comandante“, che parla della vita di cameratismo e di pericolo che nei sommergibili della Regia marina si respirava durante il Secondo conflitto mondiale.

Ciò non ha rappresentato un ostacolo per Favino, che anzi ha apprezzato quest’occasione per mettersi nei panni di un personaggio molto diverso dal solito:

Il nostro mestiere prevede una concentrazione psicofisica sempre all’altezza… Poi, sì, certo, capita anche di recitare in mezzo al mare in un sottomarino ed è anche divertente… E’ una bella sfida, perché da una parte ti contiene, devi cercare la libertà in quello: il sottomarino diventa una metafora di questo, una metafora di un set, però è una condizione di vita che sono molto felice di aver potuto sperimentare anche solo per finzione.

Favino sulle parole di Mattarella: “Nel cinema c’è bisogno della capacità di rischiare”

Le parole del presidente Mattarella sono un un indice, per Favino, di quanto ad un certo punto nel mondo del cinema il fallimento (anche) al botteghino non sia sempre un’onta indelebile. E’ nella natura stessa del cinema trovare la capacità e la bravura di indossare maschere diverse e di rinnovarsi, di osare per toccare le coscienze giuste:

Mi sembra che questo sia quello che dovrebbe essere sempre: io ringrazio personalmente il presidente e credo che una delle cose più importanti che abbia detto è che bisogna stare attenti a pensare che questo nostro lavoro o la qualità del nostro lavoro siano sempre e solo associate ad un resoconto portato al botteghino. E’ importantissimo e del quale noi tutti siamo molto felici, ma il livello del cinema si misura anche e soprattutto attraverso la sua capacità di sapersi rinnovare, di rischiare e tutte le persone che sono qui stasera sono passate attraverso un fallimento.

L’importanza della cultura quindi è un tassello fondamentale per una società democratica e ricca di spessore, che si alimenta dello scambio di idee e di opinioni diverse fra loro. Parlando con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Favino ha potuto trovare consonanza al suo pensiero che spesso in passato è stato anche travisato a suo giudizio (si ricordi la polemica riguardo i ruoli di italiani interpretati da Adam Driver).

A breve nelle sale uscirà un altro film che vede Favino in un ruolo centrale, un nuovo adattamento de “Il Conte di Montecristo“.