Polemiche a Fossò, in provincia di Venezia. Un evento organizzato per raccogliere fondi per le persone coinvolte nel tornado della Riviera del 2019 si è tenuto in uno dei piazzali dove Filippo Turetta uccise la sua ex fidanzata Giulia Cecchettin.

Fossò sembra essersi spaccata: alcuni indicano in questo evento una mancanza di rispetto verso la famiglia Cecchettin, mentre gli organizzatori ribattono che a chi ha partecipato a “Motori in festa” è stato ben spiegato cos’è successo in quel luogo. Il Comune ha scelto la via del silenzio e non ha detto nulla al riguardo.

Fossò, concorso di bellezza e festival delle moto dove fu aggredita Giulia Cecchettin: scoppiano le polemiche

L’evento “Motori in festa” era stato pensato in occasione della raccolta fondi per le vittime del tornado in Riviera (nel 2019) ma la sua realizzazione e svolgimento a Fossò (provincia di Venezia) hanno guastato i rapporti fra comune, organizzatori ed alcune associazioni del posto.

Non sfuggirà, leggendo il nome del paese, che è lo stesso luogo dove lo scorso novembre Giulia Cecchettin venne uccisa da Filippo Turetta, l’ex fidanzato che non accettava la loro separazione. Il padre di Giulia, Gino, ha parlato in questi mesi del dolore della propria vicenda e in un libro ha cercato di indicare ad altre persone che le relazioni amorose non sono prevaricazione e possesso degli uni sugli altri.

“Motori in festa” abbina ad una sfilata di bellezza anche un raduno di moto. E’ il primo elemento che non va giù ad associazioni come “Riviera Donna” o il gruppo di minoranza in Comune “Generazione attiva“. Il filo comune dei loro interventi è questo: può considerarsi rispettoso della vicenda che ha coinvolto la famiglia Cecchettin organizzare un evento così allegro e festaiolo?

“Generazione attiva” ha scritto in una nota:

Abbiamo atteso e forse un po’ sperato in qualcosa di diverso, ma come spesso accade a Fossó viene prima la voglia di apparire e il rispetto cessa di esistere. Come è possibile celebrare anche un concorso di bellezza per ragazze a pochi metri dal più macabro delitto accaduto appena cinque mesi fa? Come può la sensibilità di certe persone e soprattutto di chi è incaricato di amministrare il nostro paese essere cosi cieca? È giusto che la vita prosegua il suo corso ed è giusto che si torni a sorridere, ma certe mancanze di attenzioni e delicatezza qualificano chi le compie.

La risposta degli organizzatori ed il silenzio del Comune

Questa vicenda, in fin dei conti, non poteva che sollevare (al momento solo localmente) la classica contrapposizione fra chi è insofferente nell’essere ricordato come un abitante di un paese in cui è avvenuto un così tragico fatto di sangue e chi invece, pur nel rispetto della vicenda e delle persone coinvolte, ritiene che si possa andare avanti con la vita.

Il punto più importante è che al raduno delle moto si abbina una sfilata, un concorso di bellezza che spesso è stato indicato come momento di oggettificazione del corpo femminile. Un’idea che viene respinta da chi ha organizzato “Motori in festa”, sottolineando come la partecipazione delle ragazze e dei ragazzi all’evento sia avvenuto nel pieno rispetto dell’omicidio di novembre:

Alle ragazze candidate è stato chiaramente detto di affrontare la giornata con il “dovuto rispetto”, consapevoli che in quel momento stavamo celebrando la “vita” e la “speranza”, perché tragedie del genere non accadano più. Dietro a manifestazioni che coinvolgono i giovani ci sono mesi di incontri, decisioni, e duro lavoro. Era forse migliore il turismo macabro, quel viavai di persone e di auto subito dopo il delitto?

L’ultimo punto è anche condivisibile, pensando a chi ad esempio quando vede un incidente rallenta e pensa bene di fotografare o filmare l’accaduto per poi farne mostra ad amici e follower. A destar comunque più perplessità è il silenzio del Comune di Fossò, anche se il sindaco Alberto Baratto avrebbe riferito ad alcuni che di non aver ricevuto lamentele ufficiali.