La Bce potrebbe essere la prima ad implementare l’allentamento monetario, al momento la Fed lascia invariati i tassi di interesse. Ecco perché.
Gli esperti prevedono che entro l’anno ci sarà il taglio dei tassi di interesse, ma al momento solo la Banca Nazionale Svizzera ha tagliato i tassi. Al momento le banche centrali occidentali hanno deciso di lasciare inalterati i tassi di interesse proprio per combattere l’inflazione. Affinchè il costo del denaro venga tagliato è necessario che il board delle banche centrali valuti attentamente i dati aggiornati relativi ai dati macroeconomici, in particolare quelli riguardanti l’inflazione.
La Fed ha deciso di lasciare i tassi di interesse fermi nell’intervallo compreso tra i 5,25 punti percentuali ed i 5,5 punti percentuali. Il board della banca centrale americana punta a far tornare il trend inflazionistico verso l’obiettivo target pari a 2 punti percentuali, ma nel corso degli ultimi mesi non c’è stato alcun miglioramento.
Fed lascia invariati i tassi di interesse
Anche questa volta l’ipotesi di un possibile allentamento monetario da parte della Fed è del tutto svanita. Il primo di maggio Powell ha annunciato ufficialmente che non ci sarà alcun taglio dei tassi e ha sottolineato che il costo del denaro rimarrà nell’intervallo compreso tra i 5,25 punti percentuali ed il 5,5%. Valutando il contesto macroeconomico l’inflazione è ancora troppo alta, di conseguenza, sarà necessario attendere i nuovi dati aggiornati.
Lo stesso Powell ha sottolineato che Eccles Building ha deciso di rallentare il ritmo con cui si sta da mesi risanando il bilancio, che risulta essere “farcito” di titoli acquistati con i programmi di allentamento quantitativo. a partire dal secondo semestre dell’anno il rimborso dei titoli del Tesoro passerà da 60 a 20 miliardi di $ al mese.
Si tratta di una mossa strategica messa in atto dalla Fed in quanto ritiene che i rendimenti raggiunti siano troppo elevati. Tuttavia, bisogna sottolineare il fatto che la riduzione del deflusso di bilancio non implica che i tassi di interesse siano tagliati. La Fed per il momento ha deciso di non implementare alcun allentamento monetario in quanto gli ultimi dati relativi al primo trimestre del 2024 mettono in evidenza che si è registrato un rallentamento del Pil.
Stati Uniti d’America, c’è il rischio di una stagflazione?
Negli Stati Uniti d’America c’è il rischio di una stagflazione: si tratta di una situazione economica in cui coesiste l’inflazione con la bassa crescita del Pil. Considerando il peggiore risultato macroeconomico per l’economia statunitense, si sono riaccesi i timori del rischio di una stagflazione. Il Pil statunitense è cresciuto di 1,6 punti percentuali nei primi tre mesi dell’anno rispetto a quanto previsto (2,5 percento). Il risultato è stato peggiore rispetto alla crescita del 4,9 percento registrata tra il mese di luglio ed il mese di settembre 2023.
Il rallentamento della crescita del Pil americano è un effetto diretto della politica implementata dal Fed, ovvero il continuo aumento dei tassi di interesse per combattere l’inflazione. Negli ultimi tredici mesi, la Fed ha incrementato i saggi di interesse al 5,5 percento. Tuttavia, gli esperti ritengono che il Pil statunitense rimbalzerà in questo secondo trimestre a seguito dell’accelerazione delle importazioni e delle esportazioni. Il trend inflazionistico è in aumento soprattutto a causa dell’incertezza geopolitica mondiale.
Con le tensioni tra Hamas e Israele, gli analisti temono che le quotazioni del petrolio possano raggiungere livelli piuttosto elevati. Ciò potrebbe riaccendere il trend inflattivo nella maggior parte degli Stati dell’Occidente, in particolare negli Usa.
Gli istituti di credito centrali puntano a combattere l’inflazione e la stagflazione, andando ad implementare una determinata politica monetaria. Combattere la stagflazione ed il trend inflazionistico potrebbe comportare una sfida lunga e notevole. La stagflazione potrebbe avere conseguenze rilevanti specie durante la campagna elettorale.