Prescrizione dediti 2024. Il tempo sana ogni pendenza, ed è questo il significato della prescrizione dei crediti: non dovere più pagare nulla. Tuttavia, non tutti sono consapevoli che non si pagano alcune tasse dopo tre o cinque anni, mentre per altre imposte è necessario aspettare almeno dieci anni per liberarsi completamente dei debiti. La tempistica cambia se arriva un atto interruttivo. Vediamo insieme come funziona la prescrizione dei debiti nel 2024.

Prescrizione debiti 2024

Il tempo passa, ma non molto in fretta se interrotto da un qualsiasi altro atto che valga a costituire in mora il debitore. Secondo quanto previsto dall’articolo 2943 del codice civile, la presenza di un atto interruttivo sospende i termini di prescrizione.

Nel 2024, andranno in prescrizione le pendenze relative al 2014, 2019 e 2021. La tempistica varia in base alla natura del debito.

Prescrizione debiti dopo 10 anni

Nel 2024, si prescrivono i debiti relativi al 2014, ovvero quelli con un termine di prescrizione decennale, a patto che non siano stati inviati atti interruttivi. Questi ultimi, infatti, bloccano la prescrizione facendola ripartire dalla data dell’atto stesso.

Pertanto, si prescrivono dopo 10 anni i seguenti debiti:

  • Imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF);
  • Imposta regionale sulle attività produttive (IRAP);
  • Imposta sul reddito delle società (IRES);
  • Imposta sul valore aggiunto (IVA);
  • Imposta di bollo (a carico dei correntisti con giacenza superiore a 5.000 euro);
  • Imposta ipotecaria;
  • Imposta catastale;
  • Canone RAI;
  • Contributi alla Camera di Commercio.

Prescrizione dopo 5 anni

Non tutti i debiti si prescrivono dopo 10 anni: per alcuni, questo periodo temporale si riduce a cinque anni, salvo atti interruttivi.

Pertanto, si prescrivono dopo 5 anni i seguenti debiti del 2019 che riguardano diverse pendenze, tra cui:

  • Imposta municipale propria (IMU);
  • Tassa sui rifiuti (TARI);
  • Tributo per i servizi indivisibili (TASI);
  • Tassa per l’occupazione di spazi e aree pubbliche (TOSAP);
  • Sanzioni amministrative;
  • Violazioni del codice della strada;
  • Canone di locazione;
  • Rate del mutuo;
  • Contributi previdenziali INPS;
  • Contributi assistenziali INAIL.

Prescrizione dopo due anni e tre anni

Alcune pendenze debitorie si prescrivono dopo due anni: pertanto nel 2024 vanno in prescrizione le bollette d’utenza non pagate, le rette scolastiche, l’abbonamento alla palestra, il compenso degli ufficiali giudiziari per gli atti da loro compiuti e le rate dei premi assicurativi RC.

La prescrizione semestrale riguarda i debiti relativi al mancato pagamento delle spese relative a vitto e alloggio in strutture alberghiere.

Si prescrivono dopo 3 anni:

  • i pagamenti delle parcelle dovute al professionista, come ad esempio notaio, commercialista o avvocato;
  • la tassa automobilistica regionale.

È bene precisare che questi termini riguardano la prescrizione priva di atti interruttivi. In alcuni casi, si tratta di una prescrizione presuntiva, che può non valere in presenza di prova contraria, ovvero quando viene dimostrata l’ammissione di colpa del debitore.

Prescrizione dei debiti: quando parte?

In generale, i termini di prescrizione iniziano a decorrere dal 1° gennaio dell’anno successivo alla scadenza del debito non pagato, contrariamente a quanto erroneamente si pensi in merito alla data di scadenza del debito stesso.

Per le cartelle esattoriali, la prescrizione del debito decorre dal giorno successivo a quello della notifica dell’atto di pagamento.

In conclusione, la prescrizione dei debiti parte dal 1° gennaio dell’anno successivo alla scadenza del debito non pagato. Per le cartelle esattoriali, decorre dalla notifica dell’atto di pagamento. Il creditore può richiedere la regolarizzazione del debito bloccando l’estinzione con messa in mora o in giudizio con prove adeguate. Per maggiori dettagli, sulla prescrizione dei propri debiti, si consiglia di consultare un professionista esperto in materia legale.