Il Giro d’Italia è ai blocchi di partenza: domani, sabato 4 maggio 2024, la frazione Venaria Reale-Torino di 140 km darà il via all’edizione numero 107 della corsa rosa, che si concluderà domenica 26 maggio a Roma. Sarà un’edizione che sarà contrassegnata da un percorso molto particolare: le salite saranno infatti dislocate lungo le tre settimane di corsa, e non concentrate nelle ultime frazioni. Inoltre, il primo arrivo in quota è previsto già per la seconda frazione, in quanto il traguardo sarà posto a Oropa, là dove Marco Pantani, nel 1999, fece un’impresa eccezionale, superando tutto il gruppo in rimonta dopo essere rimasto vittima di un guasto meccanico.
Giro d’Italia 2024, chi può battere Pogacar?
Nel segno di Marco Pantani, che l’anno precedente quell’impresa riuscì nella doppietta Giro-Tour, Tadej Pogacar affronterà il Giro d’Italia tenendo in animo l’ambizione di conquistare entrambi i grandi giri a tappe. Il corridore sloveno della UAE Team Emirates sembra essere infatti il principale favorito nella lotta alla maglia rosa: negli ultimi anni, nelle corse a tappe, l’unico corridore che è riuscito a metterlo in difficoltà è stato solo Jonas Vingegaard, alle prese con un infortunio dopo la caduta al Giro dei Paesi Baschi. Ma il Giro d’Italia 2024 sarà anche un banco di prova importante per i pistard che punteranno aie Giochi Olimpici, in particolare Filippo Ganna, Jonathan Milan e Simone Consonni. Per questa ragione, alla vigilia della partenza del Giro d’Italia 2024, noi di tag24.it abbiamo intervistato in esclusiva Silvio Martinello, campione olimpico su pista ad Atlanta 1996.
L’opinione di Silvio Martinello
Tra i partecipanti al Giro d’Italia 2024, sulla carta, chi potrebbe provare a impensierire Pogacar?
“Che Pogacar sia il favorito principale per la vittoria finale del Giro d’Italia non ci sono dubbi. Bisogna fare uno sforzo di fantasia notevole per capire chi può metterlo in difficoltà. Fatta questa premessa, sappiamo bene che nello sport e nel ciclismo in particolare, soprattutto in una corsa a tappe di tre settimane, gli imprevisti ci sono sempre. I successi e le vittorie si portano a casa solo dopo aver tagliato il traguardo, quindi Pogacar dovrà fare attenzione a tutte le situazioni che una cosa così lunga può proporre. Per esempio, mi aspetto che nessuno gli tolga le castagne dal fuoco in situazioni di potenziale pericolo, dovrà pensarci lui con la sua squadra. Controllare per tre settimane una gara non è mai semplice. Inoltre, mi aspetto un atteggiamento prudente proprio perchè vuole tentare la doppietta Giro-Tour. In Francia ci sarà una concorrenza molto più agguerrita rispetto a quella che troverà in Italia”.
Possiamo quindi aspettarci un Pogacar più prudente?
“Credo proprio di sì. Tutti noi lo conosciamo per il suo atteggiamento in corsa sempre molto votato all’attacco, ma conquistare il Giro d’Italia e il Tour de France è un’impresa molto complicata per chiunque, lo abbiamo visto anche in passato. Insomma, non mi aspetto un atteggiamento da cannibale da parte sua”.
Ineos-Grenadiers e Visma-Lease a Bike potrebbero impensierire Pogacar?
“La Ineos-Grenadiers come squadra sta molto bene, lo ha ampiamente dimostrato al Tour of the Alps. La formazione britannica punta su Geraint Thomas: è vero che ha 38 anni, ma lo scorso anno è arrivato secondo al Giro d’Italia. Insomma, parliamo di un atleta dalle grandi qualità, ma è molto difficile che possa riuscire a mettere in difficoltà un corridore come Pogacar”.
L’Italia punta su Antonio Tiberi per un buon piazzamento in classifica generale. Cosa possiamo aspettarci da lui?
“Credo che non sia opportuno caricare Tiberi di eccessive responsabilità. Il laziale ha corso un’ottima Vuelta lo scorso anno, in questo inizio di stagione ha fatto ulteriori progressi, in prospettiva può fare molto bene. Purtroppo per lui sta correndo in un periodo storico nel quale ci sono dei fenomeni che sono inarrivabili, ma questo è un altro discorso. Credo che un buon risultato per lui possa arrivare nel momento in cui mostri segnali di progresso, ad esempio che riesca a correre per la generale fin dal primo giorno di gara con tutto ciò che questo comporta. Da lì si potrà capire se può puntare a vincere in futuro”.
Milan, Ganna e Consonni hanno deciso di correre il Giro d’Italia prima dei Giochi Olimpici. Quanto è importante gareggiare su strada a circa due mesi dai Giochi?
“Credo sia utilissimo, nel 1996 è una scelta che ho fatto anche io perchè il Giro d’Italia darà a tutti e tre quella necessaria base che una grande corsa a tappe riesce a fornire per poi ultimare la preparazione in pista. Non dobbiamo dimenticare, inoltre, che Ganna affronterà anche la cronometro olimpica e che al Giro ci sono due prove contro il tempo. Credo quindi sia un’ottima scelta per tutti, anche perchè il Giro, oltre a darti quella base di fondo necessaria, permette a tutti loro di uscire con un morale alto. Simone Consonni è ultimo uomo di Jonathan Milan, ma anche io ho fatto per tanti anni quel ruolo e quando il capitano vince è una bella soddisfazione. Il friulano, quest’anno, corre in una squadra molto più attrezzata, è cresciuto molto, quindi mi aspetto che possa cogliere dei risultati importanti al cospetto di velocisti molto forti. Ganna parte consapevole del suo ruolo: la squadra corre tutta attorno al capitano Geraint Thomas, ma potrebbe ricavarsi il suo spazio, non solo nelle cronometro”.