I controlli del superbonus, che il decreto che porta lo stesso nome dell’ex 110% e che attualmente si trova in Commissione Finanze del Senato per la conversione in legge, potrebbero allargarsi alle verifiche sui bonus facciate e sul bonus per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Con una percentuale che potrebbe arrivare al 50% e che andrebbe a finire come incentivo nelle casse dei Comuni.

Non c’è solo il superbonus, dunque, nelle mire del governo che, proprio nelle ultime settimane, ha stimato in almeno 16 miliardi di euro – su un volume di crediti di imposta che sfora abbondantemente i 200 miliardi di euro – i lavori irregolari e le dichiarazioni non veritiere di quanto fatto. Tra le considerazioni che il governo sta facendo vi è l’opportunità dei Comuni di intraprendere la nuova attività di verifica sul campo (e nei cantieri) dei lavori effettuati, dal momento che i controlli ad oggi si fermano all’aspetto documentale. Oltre all’opportunità, si tratterà di avere al suo interno o di assumere personale che si occupi di controlli di lavori e certificazioni.

Controlli superbonus verifiche bonus, perché il campo si allarga ai lavori sulle facciate e anti-barriere

Più controlli sul superbonus ma anche sui vari bonus edilizi e, soprattutto, sul bonus facciate e sul bonus sull’abbattimento delle barriere architettoniche. E non si tratterà più di verifiche ex ante, con i controlli sulla documentazione richiesta ai Comuni per l’avvio dei lavori di efficientamento energetico e di ristrutturazione.

Il decreto “Superbonus”, attualmente in fase di conversione in legge, riporta alcune novità nei controlli che non solo allargano il campo delle verifiche a più bonus edilizi, ma vanno nella direzione di un controllo ex post. Ovvero, di andare a verificare se i lavori inseriti nelle agevolazioni fiscali, risultino effettivamente svolti e nelle modalità indicate nella documentazione.

Controlli superbonus verifiche bonus, in che modo?

Lo ha indicato bene Massimo Garavaglia, il presidente della Commissione Finanze del Senato che ha formalmente presentato la sua proposta. “Purtroppo ci sono state tantissime frodi nel superbonus e nei bonus edilizi, finora accertate sui 16 miliardi di euro su oltre 220 miliardi di euro di crediti d’imposta – ha spiegato Massima Garavaglia – In realtà la somma da considerare è superiore a 220 miliardi di euro perché poi ci sono anche le detrazioni fiscali”.

Data l’entità dell’ammanco, nel decreto “Superbonus” si coinvolgeranno anche i Comuni nei controlli perché hanno la possibilità di agire su tutto il territorio nazionale e velocemente, facendo controlli molto semplici ed ex post.

Verifiche ex post sui lavori edilizi, quali?

Il tipo di controlli che i Comuni saranno chiamati a effettuare sui bonus edilizi e sul superbonus sono stati chiariti dallo stesso presidente della Commissione Finanze del Senato: “Hai dichiarato il cappotto termico su quattro pareti, il Comune dovrà verificare se il cappotto c’è effettivamente o non c’è. Hai dichiarato un cappotto termico da 8 centimetri e invece è da 3 centimetri. Hai dichiarato un certo tipo di caldaia o di pompa di calore, si dovrà controllare la targhetta”. Controlli di questo tipo permetterebbero di recuperare davvero tanto. E, una parte del recuperato andrebbe ai Comuni che hanno effettuato i controlli.

Incentivi per i Comuni per effettuare le verifiche sugli interventi edilizi

Proprio sulla percentuale di incentivo che andrà ai comuni si sta discutendo in sede di conversione del decreto “Superbonus”. L’aliquota dovrebbe variare da un minimo del 30% a un massimo del 50%. Soldi che verrebbero recuperati garantendo un cospicuo rientro per le casse comunali. Nel testo si annuncia il potenziamento dell’apporto dei sindaci rispetto alle attività fraudolente di ottenimento delle detrazioni fiscali sugli interventi edilizi.

Opportunità delle verifiche e incentivi nel decreto “Superbonus”

Ma i controlli dovrebbero interessare non solo il superbonus, ma anche il bonus facciate, la cui agevolazione è cessata alla fine del 2022, e il bonus per l’abbattimento delle barriere architettoniche, agevolazione in corso e con scadenza fino al 31 dicembre 2025, che solo con il decreto 39 del 30 marzo scorso ha visto un freno all’utilizzo della cessione dei crediti e dello sconto in fattura.

Le resistenze che il provvedimento dovrà arginare riguardano l’opportunità per i comuni più piccoli, dove la distanza tra elettori ed eletti appare ridotta e controlli di questo tipo potrebbero far vacillare il consenso. In più c’è una tradizione che ha visto sempre una scarsa partecipazione (come nel caso delle segnalazioni alla Guardia di finanza sull’evasione) da parte dei Comuni a questo tipo di attività, assimilabile alle verifiche dei bonus sugli immobili. Il nuovo provvedimento dovrà tener conto di tutte queste difficoltà per non rivelarsi un boomerang rispetto rispetto alla legalità che vorrebbe assicurare.