La colonscopia è un esame diagnostico fondamentale per rilevare e prevenire il cancro del colon-retto, uno dei tumori più comuni e potenzialmente letali.

Un nuovo studio ha esplorato quanto spesso ci si dovrebbe sottoporre a una colonscopia per ridurre il rischio di sviluppare questo tipo di cancro. Le raccomandazioni sono state aggiornate alla luce di queste nuove scoperte, con indicazioni specifiche sulla frequenza ideale per l’esame. Scendiamo nei dettagli.

Quanto spesso va fatta una colonscopia

Le linee guida generali per lo screening del cancro del colon-retto suggeriscono, attualmente, una colonscopia ogni 10 anni. Tuttavia, per le persone senza storia familiare di questo tipo di cancro, con risultati negativi al test e in buona salute, questo intervallo potrebbe essere esteso.

Uno studio condotto su una popolazione svedese indica che gli adulti con una colonscopia iniziale negativa e senza storia familiare di cancro del colon-retto potrebbero aspettare fino a 15 anni prima di sottoporsi a un’altra colonscopia. I risultati di questo studio sono stati pubblicati su JAMA Oncology.

Un intervallo di 15 anni tra una prima colonscopia negativa e una successiva potrebbe essere altrettanto sicuro ed efficace dell’attuale raccomandazione di 10 anni. Ciò potrebbe evitare procedure non necessarie e consentire una migliore allocazione delle risorse per programmi di screening più efficaci“, ha affermato Mahdi Fallah, MD, PhD, ricercatore presso il Centro tedesco di ricerca sul cancro di Heidelberg, in Germania, e autore principale dello studio.

Alcuni esperti, però, hanno messo in discussione questi risultati, sottolineando che, sebbene lo studio sia stato ben eseguito e si basi su un ampio database, le conclusioni potrebbero non essere applicabili a popolazioni diverse da quella svedese.

Si tratta di uno studio ben condotto, ma le loro raccomandazioni potrebbero essere valide solo per la loro popolazione di riferimento. È possibile che i risultati non siano generalizzabili agli Stati Uniti o ad altre popolazioni“, ha affermato Reid Ness, MD, MPH, professore associato di medicina presso Vanderbilt Health, che non era coinvolto nello studio.

Una colonscopia ogni 15 anni, quali sono le motivazioni

Fallah e il suo team di ricercatori hanno utilizzato diversi grandi database svedesi sulla salute e sulla popolazione per esaminare i risultati relativi al cancro del colon-retto in un periodo di quasi tre decenni. L’obiettivo era confrontare l’incidenza del cancro del colon-retto tra coloro che non avevano mai avuto una colonscopia e coloro che avevano avuto una colonscopia negativa iniziale.

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Lo studio ha coinvolto oltre 110.000 adulti svedesi (quasi il 60% dei quali erano donne) che avevano ricevuto la loro prima colonscopia tra il 1990 e il 2016. L’età media dei partecipanti era di 59 anni e nessuno di loro aveva una storia di malattie infiammatorie intestinali, un noto fattore di rischio per il cancro del colon-retto.

I risultati sono stati confrontati con quelli di un gruppo di controllo che non aveva mai ricevuto una colonscopia. Gli aspetti analizzati erano il rapporto di incidenza standardizzato a 10 anni e il rapporto di mortalità standardizzato a 10 anni, cioè la prevalenza del cancro del colon-retto (incidenza) e la frequenza di decessi causati da esso (mortalità) nelle diverse popolazioni.

I risultati hanno permesso ai ricercatori di suggerire che un intervallo di 15 anni tra le colonscopie potrebbe essere sufficiente per questa popolazione sana.

L’obiettivo di ridefinire le raccomandazioni per lo screening del cancro del colon-retto è massimizzare i benefici della diagnosi precoce riducendo al minimo i rischi associati alle colonscopie non necessarie.

Le colonscopie, pur essendo fondamentali per la prevenzione e il rilevamento del cancro del colon-retto, comportano rischi e costi. Oltre all’impegno di dover pianificare, prepararsi e sostenere i costi della procedura, ci sono anche potenziali complicazioni fisiche, sebbene rare.

Le due complicazioni più comuni sono il sanguinamento e la perforazione. In media, la perforazione si verifica in circa 3 procedure su 10.000, mentre il sanguinamento può verificarsi più frequentemente.

Ridurre la frequenza delle colonscopie può contribuire a ridurre sia i rischi fisici che i costi associati, consentendo al tempo stesso di mantenere un’efficace prevenzione del cancro del colon-retto.