Nel corso della sua ultima diretta social, Matteo Salvini si è detto molto soddisfatto del suo libro da oggi in vendita, “Controvento”. Ai suoi follower, il leader della Lega ha raccontato che gli è costato mesi di lavoro, sacrificando il poco tempo libero che la politica attiva gli lascia. “Tuttavia – ha tenuto a precisare il numero uno di via Bellerio – non è un libro pesante, che parla solo di politica, ma del mio percorso personale, da quando frequentavo il liceo a Milano”. Fatto sta che, a un certo punto, Salvini ha messo le mani avanti dicendo:
“Di sicuro le librerie di sinistra non metteranno mai il mio libro in vetrina, anzi lo terranno nascosto. Anche se noi leghisti sappiamo scrivere e leggere e siamo qualche milione”.
Ma è proprio così? Davvero nelle librerie si tenterà di boicottare il testo di Salvini anche se quest’ultimo, nella stessa diretta social di ieri, ha anche tenuto a dire che è arrivato già alla seconda ristampa?
Ma Salvini ha ragione a dire che il suo ‘Controvento’ viene boicottato? Un sondaggio nelle librerie di Roma, Napoli, MIlano e Torino
Tag24, oggi, ha fatto un rapido giro tra alcune librerie sparse per l’Italia. E il risultato è stato questo.
A Roma, Alessandra Laterza della libreria Le Torri è stata categorica;
“E’ dal 2019 che abbiamo deciso di non vendere i libri di vari esponenti di destra come Meloni, Vannacci e Salvini. Noi, d’altra parte, non mettiamo in vendita nemmeno il Mein kampf di Hitler e tutti i testi il cui contenuto non è per niente condivisibile. Se metterò un cartello in vetrina per avvisare che non ci sarà ‘Controvento’ di Salvini? In realtà, i nostri clienti già lo sanno che da noi non potrebbero mai trovarlo…”
Sempre a Roma, alla libreria Testaccio, invece, assumono una politica meno rigida:
“Da noi tutti i libri sono uguali, e lo è anche quello di Salvini”.
Il testo del segretario sarà regolarmente sotto gli occhi dei clienti.
Da Napoli, invece, arrivano solo barricate. A Port’Alba, lo storico distretto delle librerie partenopee, ‘Controvento’ non sarà sugli scaffali di Pasquale Langella, ad esempio:
“Questo è il bello di essere un indipendente: compiere le scelte che si vogliono”.
Un’altra storica libreria di Napoli è Colonnese. E Francesca Mazzei, che la gestisce, la mette così:
“La nostra è una libreria apartitica. Ma il libro di Salvini non lo ordineremo. I suoi testi non sono richiesti dalla nostra clientela”.
E nella città del Capitano leghista? Nella sua Milano, dalla Libreria del Convegno spiegano:
“Lo ordineremo solo se qualche nostro cliente ce lo chiederà espressamente. Ma, tendenzialmente, non è nelle nostre corde”.
Infine, un giro a Torino: nella storica libreria Comunardi: alla domanda, vendete il libro di Salvini? Questa è la risposta:
“Sì, ne abbiamo una copia”.
Ci sarebbe da affrettarsi.