Scontri e arresti a Tbilisi, capitale della Georgia, negli ultimi giorni a causa dell’approvazione in seconda lettura da parte del Parlamento del disegno di legge sugli agenti stranieri definito ‘legge russa’. In piazza i principali partiti di opposizione e tantissimi attivisti: le forze dell’ordine solo nella giornata di ieri hanno fermato almeno ottanta persone.
Il direttore della rivista geopolitica Opinio Juris Domenico Nocerino ha parlato a Tag24 della situazione in Georgia e delle ripercussioni che potrebbero verificarsi non solo a Tbilisi ma anche nel Caucaso. E’ importante non dimenticarsi della presenza all’interno della regione di due repubbliche separatiste: Abcasia ed Ossezia del Sud.
L’intervista a Domenico Nocerino sulla legge ‘russa’ in Georgia
Tanta paura per il futuro ma anche tanta voglia di Europa. La Georgia si oppone fermamente alle scelte del governo a guida conservatrice che vorrebbe approvare una legge che porterebbe a considerare come ‘agente straniero’ chiunque riceva il 20% di finanziamenti esterni alla Georgia. Una norma che a detta di molti rallenterebbe l’ingresso nell’Unione Europea e peggiorerebbe le relazioni con Bruxelles e Washington.
Domenico Nocerino ha spiegato cosa sta succedendo in Georgia e quali sono le grandi preoccupazioni ma anche le complesse dinamiche all’interno dei palazzi del potere di Tbilisi che negli ultimi giorni hanno preso decisioni impopolari.
Ieri tra le piazze del Primo Maggio c’è anche quella della Georgia ma la protesta non era per i diritti del lavoro ma per dire di ‘no’ al disegno di legge sulle influenze straniere. Perché porta questa nome?
“E’ molto simile ad una legge approvata dal Cremlino per monitorare l’opposizione di Putin. In Georgia ha un’applicazione diversa: si terranno sotto controllo ong e media che prenderanno una percentuale di finanziamenti dall’estero. Secondo le opposizioni è molto simile alla legge russa, Sogno Georgiano ribadisce che questa norma sarà utile ad evitare condizionamenti dall’estero e a tutelare la sovranità nazionale”
Una legge che però è stata già proposta un anno fa. Rispetto lo scorso anno ci sono stati solo alcuni emendamenti. Ricordiamo poi che il tutto passerà per la presidente della Repubblica contraria a Sogno Georgiano…
“Le legge è stata modificata ma la sostanza è rimasta la stessa, più che altro è cambiato il nome da ‘agenti stranieri’ a ‘influenze straniere’. Il governo ha dei numeri diversi rispetto lo scorso anno e a febbraio c’è stato un cambio: il nuovo primo ministro ha fatto dichiarazioni che gli sono costati l’attributo di ‘filorusso'”
“Secondo me non si tratta di un governo filorusso così come in modo superficiale si tende a dire che la piazza è pro Europa. Non è proprio così: ‘Sogno Georgiano’ nasce in tutt’altro contesto”
“Sogno Georgiano non è filorusso ed antieuropeista”
Un anno fa Sogno Georgiano ha ‘rotto’ con il PSE in effetti, da lì è iniziato un percorso diverso?
“Non è a rischio il percorso di integrazione europea nonostante questo. Il sogno europeo della Georgia non s’interrompe come ha detto la presidente Zourabichvili nonostante le critiche di Von der Leyen e Borrell. Ci tengo a sottolineare che Sogno Georgiano non è un partito russo, il nuovo primo ministro alle prime dichiarazioni aveva auspicato un ritorno delle repubbliche separatiste dell’Ossezia del Sud e dell’Abcasia sotto la Georgia”
“Le critiche all’Occidente e all’Ucraina da parte del premier si è beccato diverse critiche…”
Cosa manca alla Georgia per diventare uno stato membro dell’Ue? E’ un percorso così lungo?
“Si tratta di un Paese con una porzione di territorio che non rappresenta più: le due repubbliche secessioniste. Bisogna fare un lavoro enorme per l’ingresso in Europa, si tratta di una giovane democrazia con diversi problemi interni alle istituzioni, nel 2008 si è combattuta una guerra non dimentichiamocelo”
C’è un rischio che scoppi una nuova guerra a causa dell’Ossezia del Sud e dell’Abcasia?
“Il rischio che paventava il primo ministro è proprio questo. Bisogna dire che esiste una differenza tra le due Repubbliche: l’Ossezia del Sud è un territorio fortemente abitato da russi, l’Abcasia ha una storia diversa che tocca anche l’epoca medievale. C’è il pericolo di una guerra, si tratta di una situazione cristallizzata dai tempi dell’Urss: ci sono questioni mai risolte che possono creare problemi ulteriori nella Regione. Il Caucaso, come i Balcani, ribolle”
Che rapporti ci sono tra Mosca e Tbilisi ora?
“La guerra del 2008 fu una delle prime iniziative di Putin per dimostrare che la Russia era tornata una potenza mondiale. Il tentativo georgiano di guardare ad Occidente è legittimo. Le persone si sentono più vicine ai principi europei: dall’altra parte però ci sono rapporti con l’élite russe. La Georgia da un lato deve confrontarsi con l’Occidente pur restando ancorata ad un passato sovietico per via della classe dirigente.