I giudici della Corte d’Appello di Grenoble hanno concesso l’estradizione in Italia di Sohaib Teima, il 21enne italo-egiziano sospettato di aver ucciso la fidanzata Auriane Nathalie Laisne a La Salle, in provincia di Aosta, alla fine di marzo. A renderlo noto è l’Ansa.

Via libera all’estradizione in Italia di Sohaib Teima, sospettato del femminicidio di Aosta

A chiedere la consegna all’Italia del 21enne italo-egiziano, residente a Fermo, era stata la Procura di Aosta. Secondo gli inquirenti, Sohaib Teima si sarebbe macchiato dell’omicidio (premeditato) della fidanzata Auriane Nathalie Laisne, trovata morta all’interno di una chiesetta sconsacrata di La Salle il 5 aprile scorso, verso la fine di marzo, fuggendo poi in Francia, dove il 10 aprile è stato fermato.

Secondo la difesa, rappresentata in Italia dagli avvocati Lucia Lupi e Igor Giostra, il giovane sarebbe invece innocente. “Sono convinta che verrà assolto. Non posso dire di più ma ci sono prove decisive a suo favore”, ha dichiarato la prima a Rai News commentando la notizia del via libera all’estradizione. Sui tempi, che potrebbero essere lunghi per via del processo per maltrattamenti già in corso nei suoi confronti, non si è espressa.

Il 21enne si proclama innocente

Nel corso dell’udienza tenutasi lo scorso 25 aprile, Sohaib aveva dichiarato di aver violato il divieto di avvicinamento alla fidanzata disposto nei suoi confronti dai giudici, solo perché lei gli aveva detto di aver ritirato la denuncia che aveva presentato a gennaio.

E aveva poi negato ogni sua responsabilità nella morte della giovane, con cui, secondo alcuni, si era recato in Italia, attraversando il traforo del Monte Bianco con un autobus low cost, per fare “urbex”, ossia mettersi alla ricerca di luoghi abbandonati e infestati dai fantasmi.

Chi li ha avvistati prima della morte di Auriane sostiene che fossero entrambi vestiti di nero e che lei, in particolare, fosse “bella ma sofferente, emaciata“. L’autopsia ha stabilito che è morta per dissanguamento dopo essere stata accoltellata alla gola e all’addome.

Le similitudini con il caso di Giulia Cecchettin

La sua storia avrà ricordato a molti quella della 22enne Giulia Cecchettin, morta per mano dell’ex fidanzato Filippo Turetta – reo confesso – lo scorso 11 novembre: non solo le due ragazze avevano la stessa età, ma in modo simile avevano continuato a frequentare, pur temendoli, i giovani che un tempo avevano amato.

Giulia aveva lasciato Filippo per via dei suoi comportamenti ossessivi, confidando alle amiche di volersi costruire una nuova vita, ma ne era psicologicamente ed emotivamente succube: il ragazzo, stando a quanto ricostruito finora dalle indagini, la ricattava, rinfacciandole addirittura il fatto di trascorrere troppo tempo con gli amici e con i familiari.

Era geloso di lei e della sua vita; non poteva accettare, secondo gli esperti, di vederla allontanarsi da lui. Un movente simile a quello che secondo gli inquirenti avrebbe spinto Sohaib ad uccidere Auriane, che lo aveva denunciato per maltrattamenti: il pm di Aosta Luca Ceccanti ha parlato, non a caso, di “femminicidio”, sostenendo che il giovane volesse arrivare a uno stato di “possesso e annullamento della volontà della vittima”.

Solo andando avanti con le indagini si potrà chiarire se sia stato davvero così e se il giovane avesse premeditato – come si pensa che Turetta abbia fatto, programmando addirittura la sua fuga in auto – l’omicidio della fidanzata. Nei confronti del secondo, attualmente detenuto a Montorio Veronese, il prossimo autunno dovrebbe prendere il via il processo.