Se non fosse morta per mano del compagno Alessandro Impagnatiello insieme al bimbo che portava in grembo da sette mesi, oggi Giulia Tramontano avrebbe compiuto 30 anni. Lo ha ricordato sui social la sorella Chiara, dedicandole un commovente messaggio.
Le parole di Chiara Tramontano per il 30esimo compleanno di Giulia, uccisa dal compagno Alessandro Impagnatiello lo scorso maggio
Buon compleanno Giulia, vorrei che il vento ti spettinasse i capelli creando infiniti intrecci che ti portano a noi. Vorrei che tu potessi correre su una distesa di grani bianchi e conchiglie mentre il sole lavora per creare la tua meravigliosa ombra.
Inizia così il post che Chiara Tramontano ha voluto dedicare, nel giorno del suo compleanno, alla sorella Giulia, morta lo scorso 27 maggio a Senago, in provincia di Milano, per mano del compagno Alessandro Impagnatiello.
Vorrei sentire la tua mano calda poggiarsi sulle mie spalle contratte e spezzate dal dolore, sussurrarmi all’orecchio che hai trovato la tua strada – prosegue -. Vorrei spezzare l’incantesimo che ti ha portato via da noi soffiando sulle tue trenta candeline, come se potessi soffiare via tutto il male. Vorrei per entrambe la pace che solo il tempo può portare e l’amore che continua a vivere oltre i confini del tempo. Buon compleanno.
Ad accompagnare le sue parole, le note della canzone “Ovunque sarai” di Irama. Oggi Giulia avrebbe compiuto 30 anni. Il bimbo che quando è stata uccisa portava in grembo da sette mesi, Thiago, sarebbe già nato.
L’omicidio il 27 maggio scorso a Senago
Da quasi un anno entrambi non ci sono più. A spezzare le loro vite è stato l’uomo che diceva di amarli. L’omicidio risale al 27 maggio scorso. Stando a quanto ricostruito finora, Impagnatiello avrebbe aspettato che la compagna rincasasse dall’incontro “chiarificatore” che aveva avuto a Milano con l’altra ragazza che frequentava (incontro al quale era stato invitato a partecipare), per poi colpirla alle spalle con un coltello, impedendole di difendersi.
Dopo averla uccisa avrebbe provato a bruciarne il corpo nella vasca da bagno della loro abitazione di Senago e nel box auto collegato alla stessa; poi lo avrebbe abbondato dietro all’intercapedine di alcuni garage dopo averlo tenuto per un paio di giorni nel bagagliaio della sua auto. Le ricerche della giovane, a quel punto, erano già iniziate: il 28 maggio, dopo essere tornato dal lavoro, Impagnatiello aveva finto che la compagna si fosse allontanata volontariamente mentre lui era assente, denunciandone la scomparsa.
Dei sospetti sulla sua ricostruzione erano nati subito: in molti pensavano che la ragazza, incinta di sette mesi, non avrebbe potuto andare lontano, a piedi. Si era scoperto, in effetti, che non lo aveva mai fatto: Impagnatiello, messo alle strette, aveva confessato di averle tolto la vita, accompagnando gli inquirenti sul luogo dell’occultamento del cadavere. Sapeva che di lì a poco gli agenti lo avrebbero smascherato. Nel corso del processo a suo carico ha chiesto perdono ai familiari della vittima, dicendosi, in qualche modo, pentito.
Di strategie processuali
C’è chi crede che si tratti solo di una strategia. Come lo è quella della difesa di chiedere che venga sottoposto a una perizia psichiatrica per capire se al momento dei fatti fosse capace di intendere di volere (come sembrerebbero dimostrare diversi elementi) oppure no: se venisse appurato che agì in un momento di “black out”, l’ex barman – accusato di omicidio volontario pluriaggravato, occultamento di cadavere e interruzione non consensuale di gravidanza – potrebbe riuscire ad evitare l’ergastolo.
L’obiettivo dell’avvocato della famiglia Tramontano, Giovanni Cacciapuoti, è fare in modo che ciò non avvenga. Più volte ha messo in luce la lucidità dell’imputato, che prima di uccidere Giulia tentò di avvelenarla per diversi mesi, somministrandole topicidi, ammoniaca e cloroformio acquistati online sotto falso nome mentre fingeva che tutto “andasse bene”, che fosse felice. Il prossimo 27 maggio, giorno dell’anniversario del delitto, sarà interrogato in aula. La sentenza è in programma, invece, per il mese di giugno.
A una settimana dall’inizio del dibattimento Chiara Tramontano aveva scritto sui social di aspettarsi “giustizia per Giulia, la famiglia e suo figlio Thiago”. “Una sola condizione: ergastolo a vita“, aveva specificato riferendosi alla pena da infliggere ad Impagnatiello. Nel corso della prima udienza, quando ha preso la parola in aula, insieme al papà Franco ha lasciato l’aula, scegliendo di non ascoltarlo.