Sono oltre 100 le proteste da parte del governo delle Filippine contro la Cina, per l’attuazione di manovre pericolose e atteggiamenti di molestia nei confronti delle proprie navi. Manila ha convocato l’ambasciatore cinese nella giornata di ieri, 1 maggio: contesa una porzione del Mar Cinese Meridionale, dove i pescatori filippini gettano le reti.

Filippine convocano l’ambasciatore della Cina: proteste contro i metodi violenti della guardia costiera cinese

Si susseguono senza sosta le proteste delle Filippine contro le azioni della Cina e il suo strapotere nel Mar Cinese Meridionale. Stavolta, oggetto della 20esima audizione al vice capo missione sono le “manovre pericolose” e le molestie subite dalle imbarcazioni filippine.

Secondo il governo di Manila, infatti, il comportamento tenuto dalla guardia costiera e dai pescherecci cinesi sarebbe profondamente lesivo e scorretto nei confronti delle navi filippine, in una zona di secca particolarmente redditizia dal punto di vista della pesca.

Le Filippine hanno protestato contro le molestie, gli speronamenti, le manovre pericolose, l’uso di cannoni ad acqua e altre azioni aggressive della Guardia costiera e della milizia marittima cinese

Queste le accuse rivolte al governo di Pechino, “reo” di aver inviato milizie a presidio dello specchio d’acqua teatro degli scontri. Solamente nel 2024 sono 153 le proteste effettuate dalle Filippine contro la Cina per questo motivo.

Sale la tensione fra Manila e Pechino

La Cina controlla la secca da quasi dieci anni e questo è stato causa di rottura delle relazioni con il governo filippino. Recentemente, inoltre, la tensione è salita proprio a causa dei comportamenti tenuti dalle navi cinesi.

Nel frattempo, Manila ha intensificato i propri rapporti con Stati Uniti e Giappone, contrariando ulteriormente Pechino. Tuttavia, la zona della secca rimane un’area privilegiata per la pesca e punto vicino alle principali rotte di navigazione.

Pur rientrando nella zona economica esclusiva delle Filippine, la secca è sotto il dominio cinese, nonostante nessun Paese possa rivendicarne la sovranità. È per questo che l’attuale governo filippino ha convocato l’ambasciatore cinese, che, però, ha avvisato di non “sfidare la determinazione della Cina a difendere la nostra sovranità“.

Il tribunale internazionale ha stabilito, nel 2016, che la rivendicazione della Cina della gran parte del Mar Cinese Meridionale sia priva di fondamento legale, ma Beijing ha rigettato tale dichiarazione.