Movimenti di denaro sospetti legati a presunte attività di riciclaggio. È a causa di questi ultimi e della sua imprudenza che un 30enne latitante, affiliato alla mafia nigeriana, è stato arrestato in Francia dopo un’attenta analisi delle sue attività condotta dalla Dia di Brescia. Era ricercato all’estero per attività criminali condotte in Italia e all’estero, dal 2021.
Arrestato in Francia latitante della mafia nigeriana, affiliato del cult ‘Maphite’
Era ricercato da più di tre anni ma la sua latitanza ha avuto termine grazie a un lungo e complesso lavoro di indagine, svolto dalle autorità italiane in collaborazione con quell’ d’oltralpe. Un destino analogo a molti latitanti rifugiati all’estero, come il 30enne calabrese fermato in Germania a marzo.
L’arresto di un affiliato alla mafia nigeriana nel cult (così vengono chiamati i clan mafiosi dai loro membri) ‘Maphite’ è avvenuto, infatti, in Francia dopo un attento e meticoloso monitoraggio da parte della Dia di Brescia. A incastrarlo sarebbero stati alcuni movimenti di denaro identificati come possibili operazioni di riciclaggio.
L’uomo aveva lasciato il territorio nazionale nel 2021 e, due anni più tardi, era stato condannato a una pena di 4 anni e 8 mesi di reclusione.
In quanto appartenente al cult ‘Maphite’, l’uomo era indagato sia per i crimini commessi in Nigeria, sia per le attività illecite compiute all’interno del clan tra cui il possesso e il traffico di stupefacenti, estorsione, immigrazione clandestina, sfruttamento della prostituzione.
Le indagini e l’arresto a inizio aprile
La cattura è avvenuta a Bordeaux a inizio aprile da parte degli agenti di polizia francesi, coordinati dalla Direzione Investigativa Antimafia di Brescia. All’inizio dell’anno, gli investigatori erano riusciti a risalire agli ultimi indirizzi dell’uomo, ricostruendo così i suoi spostamenti dal 2021, fino a un negozio a lui intestato in Francia.
Dopo aver contattato le autorità francesi per coordinare un’attività d’indagine sui movimenti dell’uomo nel loro territorio, la Procura Generale presso la Corte d’Appello di Torino ha provveduto a estendere il provvedimento di espiazione pena, necessario per procedere alla cattura del nigeriano, ora in attesa di estradizione.