Luca Guadagnino ritorna al cinema a soli due anni di distanza dal suo ultimo film “Bones and All” interpretato da Timothée Chalamet. Con il suo nuovo lungometraggio intitolato “Challengers” ci regala due ore piene di puro intrattenimento adrenalinico, facendo del tennis il mezzo perfetto per raccontare una storia di competizione e seduzione diabolica. Come protagonisti troviamo Zendaya, che figura anche tra i produttori, Mike Faist e Josh O’Connor.

“Challengers”, recensione

2006. Patrick Zweig (Josh O’Connor) e Art Donaldson (Mike Faist) sono due amici d’infanzia inseparabili. Hanno fatto le scuole insieme, giocano in coppia a tennis e hanno appena vinto il titolo di doppio junior al torneo US Open. Proprio in quell’occasione incontrano Tashi Duncan (Zendaya), una giovanissima promessa del tennis. Per quei due ragazzi ancora molto acerbi, abituati sin da piccoli alla competizione, la personalità forte e sfrontata di quella ragazza è una sfida maledettamente affascinante per non cercare di coglierla a tutti costi. Così si ritroveranno entrambi in una stanza d’albergo in compagnia di lei, cercando di contendersela come fosse un match in campo, senza rendersi conto che al comando di quel gioco seducente c’è proprio Tashi.

Per quanto quella notte non si concretizzerà in un rapporto sessuale, ci saranno una serie di baci scambiati in tre che lascerà quei due amici fraterni completamente annebbiati e inebriati dal fascino di lei. Per questo faranno un patto: chi dei due vincerà a una partita di tennis potrà avere il numero di telefono di Tashi. E a vincere sarà Patrick, spezzando segretamente il cuore di Art, e riuscendo in seguito a fidanzarsi con lei.

I due ragazzi sono uniti come fratelli, ma profondamente diversi in tutto: Patrick è sfacciato, furbo, smaliziato, sessualmente inarrestabile. Non si può dire che sia propriamente bello, ma sul suo viso dall’espressione impunita la fa da padrone un ghigno sornione che seduce senza troppa fatica. Ha i capelli castano scuro, la carnagione rosata, gli occhi verdi e due orecchie a sventola, ma ha un fisico perfetto che ricorda le statue greche del periodo classico. Art ha l’aria angelica, principesca, possiede un grandissimo sorriso che gli illumina il volto, è ingenuo e sempre allegro. Non ha i modi da tombeur de femme, piuttosto sembra ancora bambino e questo suo aspetto così delicato e imbranato fa innamorare tutte le ragazze. Ha gli occhi metà azzurri e metà castani, i capelli biondo chiaro, la carnagione bianchissima, una dentatura perfetta e un corpo che pare scolpito. Ciò che affascina Tashi è proprio questa dualità che rende tutti e due profondamente diversi, ma altrettanto uniti e la loro amicizia legata a nodo stretto nasconde in realtà un non so che di fortemente erotico come un desiderio carnale mai esplorato.

Tashi è bellissima, ha la pelle ambrata color ebano che solo a guardarla ti pare quasi di sentire un gradevole profumo speziato di zenzero e cannella. Ha i capelli castani lunghissimi e due occhi marroni dalla forma un po’ allungata. Due gambe perfette e il fisico da modella. Le basta uno sguardo per riuscire a catturarti e a farti sua e come una pantera ha il passo fiero e felpato che fa voltare a guardarla chiunque le passi affianco.  
Come uno splendido felino ha un temperamento indomabile, indipendente, inafferrabile, è molto intelligente, calcolatrice, scaltra e a tratti diabolica e pretende di essere osannata da tutti. Sa fingere dolcezza, ma in un istante tornare meschina, fredda e controllata.

Ed è proprio per questa indole impetuosa che lei e Patrick, dopo solo un anno, si lasceranno. Ambedue desiderosi di primeggiare e di divenire due leggende del tennis, non erano destinati a poter durare. Ma Art è sempre rimasto al fianco di lei, anche quando Patrick lasciò il college per giocare da professionista, celando il suo amore e il desiderio di farla finalmente sua strappandola via all’amico di una vita. Lui sarà al fianco di lei anche quando Tashi, dopo un brutto infortunio durante un match, non potrà più fare la tennista. Sarà così che qualche anno dopo lei diverrà l’allenatrice di Art, che nel frattempo diventerà un grande professionista acclamato, si fidanzeranno e infine si sposeranno.

Arrivati al 2019 la coppia è ancora molto unita; sono diventati ricchi, famosi e hanno una splendida figlia piccola. Il quadro di una famiglia borghese di successo inarrivabile, se non fosse che dietro questa facciata di impeccabile apparenza si nasconde l’insoddisfazione di Tashi, che ha dovuto rinunciare ai suoi sogni di gloria quando era ancora troppo giovane, che ha concentrato tutte le sue attenzioni nel preparare Art affinché diventasse l’atleta osannato dalla folla che avrebbe voluto essere lei. Lui, dal canto suo, è stanco, non vuole più lavorare da atleta e vorrebbe lasciare la sua carriera per dedicarsi interamente alla figlia. Ed è esattamente qui che Tashi lo iscriverà come jolly a un Challenger che si disputerà a New Rochelle, dove poco prima della partita scopriranno che Art dovrà giocare contro il vecchio amico Patrick, ormai squattrinato e caduto in disgrazia, del quale entrambi avevano perso ogni traccia.

Gli antichi rancori e la passione bruciante per la stessa donna saranno ormai sepolti? Riusciranno a contendersi la vittoria in una gara onesta, senza cadere nella tentazione di sfidarsi metaforicamente a duello per contendersi l’amore di Tashi?

“Challengers”, critica

A soli due anni dall’uscita dell’acclamato film “Bones and All”, interpretato da Timothée Chalamet, Luca Guadagnino ritorna al cinema con il suo nuovo capolavoro “Challengers”. Scegliendo l’attrice Zendaya come protagonista, che figura anche tra i produttori di questa pellicola, il regista ci racconta la storia di una giovane donna forte e ambiziosa come generalmente solo gli uomini sanno essere. La sfrontatezza inarrestabile, solitamente tipica maschile, stavolta rappresenta un personaggio femminile disposto a tutto pur di conquistare la vittoria e ci parla di come anche l’amicizia si possa perdere sotto il fascino di una figura gelida e altamente carismatica. In questo caso il mondo del tennis e la competizione sportiva sono la metafora perfetta di una vita vissuta come una continua sfida.

Passionale, irruento, impetuoso, a tratti violento, fortemente erotico e sensuale senza reali scene di sesso. Il cinema inteso come intrattenimento puro. Egoista, meschino, bisognoso, infantile. Non un film che ti strappa via il cuore con forza per farti male. Piuttosto un adrenalinico match, quasi continuo, anche al di fuori del campo da tennis. Ciò che ti lascia questo lungometraggio è pura euforia e smania di vincere. Esci dalla sala con la tensione addosso e un grande sorriso stampato in volto.

Quel che speri si esaudisca fino alla fine è quel che, infondo, tutti sappiamo: un vero affetto fraterno è più importante di qualunque amante. Alcuni rapporti d’amicizia sono legami che raggiungono una forma d’amore unica e possibile in nessun altro contesto. E per quanto detesti ammetterlo, molto della protagonista femminile mi appartiene nel profondo. Forse è esattamente per questo che l’ho odiata così tanto.

Ottima l’interpretazione di Zendaya, come anche quelle degli altri due protagonisti. Quattro stelle e mezzo su cinque.