“Nonostante la festività saremmo stati contenti di partecipare lavorativamente”, sono queste le parole di un ragazzo intervistato nei pressi di Palazzi Reale a Napoli durante la Festa dei lavoratori: una giornata particolare, quella vissuta nella città partenopea tra turismo e polemiche di alcuni manifestanti.
Primo maggio a Napoli, Festa dei lavoratori tra polemiche e turismo
Il Primo maggio a Napoli si è diviso tra l’affluenza di turismo e le polemiche che, soprattuto durante la Festa dei lavoratori, hanno contraddistinto la giornata della Festa dei lavoratori: non sono mancate, infatti, manifestazioni in più punti della città a rimarcare la situazione di forte disagio che tante persone stanno vivendo.
Da questo punto di vista è importantissimo il parere di due ragazzi, intervistati vicino Palazzo Reale, intenti a visitare un luogo di storia e a godersi la giornata. Eppure, entrambi avrebbero gradito di gran lunga avere l’opportunità di lavorare anche in questa festività. A rimarcare la grande volontà e le grandi aspirazioni che contraddistinguono le nuove generazioni, spesso additate come pigre o viziate: “Nonostante la festività saremmo stati contenti di partecipare lavorativamente. Questo non significa che ci fermeremo, continueremo a lottare finché un giorno, il 1° di maggio, potremmo effettivamente lavorare con la nostra passione.
Non lavoro sono un volontario del servizio civile. Oggi mi trovo a Palazzo Reale per mio piacere, sono laureato in archeologia: credo tanto nella missione del lavoro poiché ho deciso di scegliere di lavorare con la mia passione. So anche le difficoltà che ci sono, ma questo non mi ferma. Spero che il futuro possa regalarmi soddisfazioni“.
Seguono le parole di un altro ragazzo che, con decisione, afferma quanto sia importante il lavoro e quanto sia necessario una regolamentazione più specifica che vada a indirizzare con più facilità chi vuole dare una mano alla società nobilitandosi nel lavoro: “Sono uno studente che sente il peso di questa giornata: il lavoro è alla base della nostra costituzione ed è un diritto fondamentale. Il problema è che i tempi che stiamo vivendo mettono i lavoratori in condizioni estremamente difficili” spiega il giovane ai microfoni di Tag24.
“Il mercato del lavoro in Italia va regolamentato ancora di più, poiché non dà neanche le giuste opportunità a chi si è formato di inserirsi poi nell’ambito per cui ha studiato e per cui vorrebbe dare un contributo” prosegue il ragazzo “questa giornata è importante come festa nel suo senso più ampio ma anche per fare il punto su quelle che sono le cose che non vanno”.
Non sono mancati i disagi, tra rivolte e manifestazioni
A differenza della scorsa settimana, che ha registrato il boom di turismo tra il 25 e il weekend, il 1° maggio non ha offerto le stesse opportunità ai negozianti che hanno espresso una certa delusione per un’affluenza più di quantità che di qualità: “Per noi che lavoriamo in negozi e botteghe è una giornata utile, poiché festivo per gli altri. L’affluenza in questa giornata, però, è stata molto bassa e lenta. C’è poco turismo e non è andata come gli altri anni e come si sperava. C’è stata molta più affluenza il 25 aprile e i giorni successivi“ racconta una negoziante.
Ad alzare la voce non soltanto i commercianti ma anche i disoccupati. Coloro che in una giornata del genere avrebbero preferito lavorare e che hanno manifestato in più punti nevralgici del centro: un’espressione di forte disagio che ha coinvolto tutta la città.
Basti pensare alla manifestazione avvenuta in Piazza dei Martiri dove c’è la sede dell’associazione degli industriali: il sindacato Cobas si è presentato con striscioni e bandiere, per poi lanciare in segno di protesta alcuni secchi con vernice rossa contro il portone di Palazzo Partanna. Lo stesso sindacato che ha protestato con fumogeni e bandiere varie nel centro storico della città, in Piazza del Gesù.