La manifestazione di Monfalcone, una delle capitali simbolo del lavoro in Italia, è stata presentata come unitaria. Fatto sta che anche oggi, in occasione del Primo maggio, i suoi promotori, Cgil, Cisl e Uil, dimostrano il diverso atteggiamento che hanno nei confronti del Governo Meloni. Il più duro verso Palazzo Chigi è senz’altro Maurizio Landini, numero uno della Cgil. La Uil di Pierpaolo Borbardieri segue a ruota sul fronte delle critiche. Molto più aperturista è, invece, Luigi Sbarra della Cisl. Insomma, la triade non viaggia alla stessa velocità. Né ha, per questo Primo maggio, il secondo col governo Meloni in carica, le stesse parole d’ordine.

Primo Maggio, la Cgil a testa bassa contro il Governo Meloni

A sfruttare la ricorrenza della Festa del Lavoro per attaccare a testa bassa il Governo Meloni è Maurizio Landini della Cgil:

“Il pacchetto lavoro appena varato dal governo è l’ennesimo intervento spot, solo propaganda: non c’è alcuna misura strutturale per contrastare la precarietà e la povertà, per la salute e sicurezza, né per aumentare i salari. Nulla su politiche fiscali e industriali o per favorire la piena e stabile occupazione”.

Il numero uno della Cgil boccia anche l’ultima carta giocata dal Governo Meloni per favorire le assunzioni, quella della super detrazione fino al 130%:

“Gli sgravi per le assunzioni avulsi da serie politiche industriali da soli non creano nuovi posti di lavoro: è stato già dimostrato. Le lavoratrici e i lavoratori non hanno bisogno di propaganda, ma di aumentare realmente i salari; non di marchette elettorali che offrono a pochi qualche decina di euro lordi una tantum, ma di un governo che garantisca diritti e tutele 365 giorni l’anno, non di uno spot del Primo Maggio”.

Infine, sullo slogan della manifestazione di Monfalcone “Costruiamo insieme un’Europa di pace, lavoro e giustizia sociale”, il segretario della Cgil si è espresso così:

“Significa mettere in discussione le politiche di austerità e la logica dei tagli allo stato sociale. Significa affrontare la transizione ambientale e digitale con un piano straordinario di investimenti per creare lavoro, diritti e pace. Abbiamo bisogno di un cessate il fuoco e di fermare la corsa folle al riarmo”.

Primo Maggio, Borbardieri (Uil): “Basta spot elettorali, per il lavoro servono misure strutturali”

Sul fronte della Uil di Pierpaolo Bombardieri, il clima verso il Governo cambia poco rispetto a quello della Cgil anche a proposito degli ultimi incentivi:


“Basta spot e interventi elettorali, al Paese servono misure strutturali. C’è, tra l’altro, il tema dei salari e delle pensioni che sono escluse dal premio. Abbiamo bisogno di scelte diverse: detassare gli aumenti contrattuali. E poi, ancora: confermare il taglio del cuneo e dare i soldi alle aziende che rinnovano i contratti e che non hanno incidenti sul lavoro”.


Bombardieri, poi, dedica il suo ultimo pensiero a quello che in Italia rimane una vera e propria piaga sociale: le morti sul lavoro:


“Il governo dovrebbe parlare di lavoro e di sicurezza tutto l’anno, non solo in occasione del Primo Maggio”.

Primo Maggio, Sbarra (Cisl): “Chiediamo a tutti i partiti di accelerare il cammino verso una federazione di Stati europea”

E la Cisl? Quali sono i pensieri e le parole del sindacato che finora si è dimostrato meno duro con il Governo di Giorgia Meloni? Il suo numero uno, Luigi Sbarra, in occasione del Primo Maggio, ha quest’impostazione:

“Costruiamo insieme un’Europa politica ed economica, pilastro di una pace giusta, di libertà e democrazia, di un lavoro dignitoso da porre al centro delle dinamiche di integrazione. Oggi chiediamo a tutte le forze politiche italiane di unirsi per favorire una cooperazione tra Stati, con la mutualizzazione del debito e la conferma strutturale di alcuni strumenti di protezione sociale adottati negli anni del pandemia, a cominciare dal Programma SURE”.


Sbarra cerca di avere uno sguardo più ampio rispetto al classico perimetro italiano. E, in vista anche delle prossime elezioni europee 2024, richiama l’idea degli Stati Uniti d’Europa:

“Bisogna accelerare un cammino verso una federazione di Stati, costruendo una politica comune di sviluppo, di difesa e sicurezza. La coesione si deve rilanciare con una politica fiscale integrata. E per questo vanno riformate le regole istituzionali, cominciando dal superamento di quella che impone la unanimità nelle decisioni del Consiglio Europeo”.

Come dire: nel mondo di oggi, per salvaguardare il lavoro in tutti i suoi aspetti, non ci si può soffermare solo su Palazzo Chigi.