Sono anni che Gianfranco Fini non è più impegnato direttamente in politica, ma la notizia della sua condanna a 2 anni e 8 mesi per i fatti relativi alla compravendita della casa di Montecarlo, lasciata in eredità ad Alleanza Nazionale dalla contessa Annamaria Colleoni, è comunque tra le notizie del giorno.
Una vicenda che segnò l’uscita di scena dalla politica del fondatore e leader di Alleanza Nazionale e che vede coinvolta anche la compagna Elisabetta Tulliani e il fratello di quest’ultima Giancarlo, condannati anche loro in primo grado rispettivamente a 5 e 6 anni.
Casa Montecarlo, Donzelli (FdI): “Ho iniziato a fare politica grazie a Fini. Credo sia una persona onesta”
Convinto dell’onestà dell’ex presidente della Camera, Gianfranco Fini, il deputato e responsabile nazionale di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli, che ha ricordato di aver iniziato a fare politica proprio grazie a lui.
“Io ho iniziato a fare politica perché innamorato di Fini nel ’93. Ho creduto fortemente in lui per 15 anni, poi non ho più condiviso nulla delle sue scelte politiche nei 15 anni successivi, ma lo credo una persona onesta.”
Questo il commento di Donzelli che, però, ha anche sottolineato che si tratta di una vicenda personale e non politica.
“Continuo a ritenere Gianfranco Fini una persona onesta che ha fatto degli errori politici gravissimi, quindi voglio distinguere le due cose.”
Donzelli, “Nessuna idea? Abbiamo passato tre giorni a spiegarle, forse Schlein era distratta”
Il deputato, tra i fedelissimi della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha risposto alle accuse della segretaria del Pd, Elly Schlein che, commentato la richiesta della premier di essere votata solo con il nome di battesimo, aveva detto che si trattava di un modo per nascondere la mancanza di idee e programmi.
“Abbiamo fatto tre giorni per spiegare i nostri programmi, evidentemente la Schlein era distratta. Dal Pd arrivano solo attacchi personali. Noi le idee le abbiamo e le stiamo realizzando in Italia e in Europa.”
Ha dichiarato Donzelli che, poi, interrogato sull’ipotesi di un eventuale ritorno nell’Esercito del Generale Roberto Vannacci in caso di mancata elezione alle Europee, ha detto:
“Nessuno può perdere il posto di lavoro per candidarsi. E’ la democrazia. Tutti hanno il diritto di candidarsi e a prescindere da come vanno le elezioni ha diritto di non perdere il posto di lavoro per le sue scelte politiche.”