La politica scozzese è nel caos dopo le dimissioni del premier Humza Yousaf ad un anno ed un mese dalla sua nomina a primo ministro ma la situazione è ancora più critica all’interno del Partito Nazionalista Scozzese di cui era leader.
Il crollo della coalizione di governo che vedeva insieme gli ambientalisti del Green Party ed i separatisti apre a nuovi scenari nella politica scozzese che favorisce i laburisti in vista delle elezioni parlamentari che si terranno fra due anni. Non si esclude che la Scozia possa andare alle urne anche quest’anno se entro 28 giorni il Parlamento non voterà la fiducia ad un nuovo primo ministro.
I separatisti per ora si trovano alla guida del Paese con un governo di minoranza: diversi i nomi dei possibili nuovi premier.
Il Partito Nazionalista scozzese nel caos dopo le dimissioni di Yousaf
E’ partita la caccia al leader nel Partito Nazionalista scozzese. I candidati hanno tempo fino a lunedì per presentarsi anche se diversi importanti esponenti dell’Snp hanno già espresso il loro appoggio a John Swinney, vice primo ministro della ex premier Nicola Sturgeon tra il 2014 e il 2023. Altri preferirebbero per la candidatura di Kate Forbes, 34 anni, che lo scorso anno è stata sconfitta dall’ex premier Humza Yousaf all’ultimo scrutinio interno.
Il futuro leader dei separatisti per diventare premier deve essere eletto dalla maggioranza dei deputati del Parlamento scozzese entro 28 giorni. Al momento lo Scottish National Party detiene 63 seggi su 129, restando in netto vantaggio sull’opposizione anche se hanno due voti in meno per raggiungere la maggioranza assoluta. Una condizione che mette il futuro leader in condizione di trovare alleati per formare un governo di coalizione.
I Verdi hanno chiuso la porta all’ormai ex premier Yousaf ma questo non significa che non ci sarà dialogo con Swinney o con un qualunque altro leader dei separatisti. In caso di mancanza di accordo con un’altra forza politica c’è il rischio che i separatisti guidino un governo di minoranza.
L’opposizione si sfrega le mani
L’opposizione laburista è l’unica beneficiaria del caos politico che ha avvolto Holyrood negli scorsi giorni. I separatisti dominano la vita politica scozzese dal 2007 ma da qualche anno è iniziato un vero e proprio declino del partito.
La sconfitta nel referendum per lasciare il Regno Unito e qualche tempo dopo le politiche adottate per contrastare la pandemia da Covid 19 hanno portato ad un calo di consensi nei confronti degli indipendentisti. Il partito laburista registra il 34% delle intenzioni di voto in Scozia contro il 33% dei separatisti.