Chi è Yumi Katsura? Si è spenta all’età di 94 anni la celebre stilista che ha rivoluzionato il mondo della moda giapponese. Per oltre 50 anni è stata attiva nel settore, soprattutto in ambito di abiti da moda.
I suoi capi hanno sfilato in decine e decine di rassegne in tutto il mondo. Inconfondibile il suo stile: Yumi Katsura era capace infatti di unire alla perfezione la tradizione giapponese con l’eleganza francese.
Tra i suoi capi più importanti troviamo anche un mantello dorato realizzato per Papa Paolo Giovanni II.
Chi è Yumi Katsura: la formazione a Parigi
Yumi Katsura era nata a Tokyo il 24 aprile 1930 a Tokyo, da una famiglia benestante. Suo padre era infatti un funzionario governativo presso l’ex Ministero delle Poste e delle Telecomunicazioni, mentre sua madre aveva ha fondato la scuola di sartoria che oggi prende il nome di Bunka Fashion College.
Nonostante gli orrori della seconda guerra mondiale, Yumi Katsumi ha avuto un’infanzia ed adolescenza piuttosto serene.
Dopo aver studiato moda alla Kyoritsu Women’s University, era entrata a far parte del corpo docenti all’interno della scuola di sartoria di sua madre.
Nel 1960 aveva però deciso di approfondire le sue conoscenze nel settore della moda. Si era perciò trasferita in Francia, dove iniziò a seguire i corsi all’École de la chambre syndicale de la couture parisienne.
Questo periodo di formazione artistica fu particolarmente importante per affinare il suo stile. Aveva maturato una predilezione per gli abiti da cerimonia e in particolar modo per quelli da matrimonio.
Il ritorno in Giappone e l’ascesa nel mondo della moda
Nel 1964 era ritornata in patria e nel dicembre dello stesso anno aveva deciso di aprire a Tokyo un negozio di abiti da sposa, il primo in tutto il Giappone.
L’essere legata alle tradizioni storiche del suo Paese l’ha poi portata a dare nuovo lustro al kimono, il cui uso stava via via andando a scomparire nella quotidianità dei giapponesi.
Intorno al 1975 decise di realizzare un flagship store, interamente dedicato al suo brand.
È in questo periodo che ha conosciuto uno dei suoi più importanti mentori, il celebre stilista francese Pierre Balmain.
Con le sue produzioni Yumi Katsura ha iniziato a farsi così conoscere in ambito internazionale. Nel 1981 ha avuto l’opportunità di sfilare per la prima volta a New York, dove mostrò l’iconico abito silhouette “Yumi Line”.
Poco dopo, nel 1987, la stilista ha fondato il “Museo nuziale Yumi Katsura” nella città giapponese di Kobe. L’intera collezione riunisce decine e decine dei suoi più iconici abiti da sposa tradizionali.
Nel 1993 ha avuto l’onore e il privilegio di confezionare un mantello per l’allora Papa Giovanni Paolo II. Il capo è stato realizzato secondo la tecnica di tessitura Hakata-ori che ha richiesto ben due anni di lavoro.
Dalla metà degli anni 2000 ha ampliato i suoi negozi, aprendo una boutique a Parigi nel 2005 e a New York nell’anno successivo.
Tra le sue ultime opere invece troviamo un particolare ed elegante abito da sposa composto da una seta ultrafine proveniente da Fukushima. Nonostante il capo fosse stato realizzato da 55 metri di tessuto, pesava soltanto 600 grammi.
Complessivamente in tutta la sua carriera Yumi Katsura ha dato vita a oltre 650.000 abiti di alta sartoria, alcuni di essi esposti come opere d’arte all’interno dei più prestigiosi musei internazionali, come il Metropolitan Museum of Art di New York.
La prestigiosa stilista, infine, detiene ancora oggi il record di maggior numero di perle su un abito da sposa: 13.262.
Chi è Yumi Katsura: la causa della morte
Yumi Katsura è morta il 26 aprile 2024, appena due giorni dopo il suo 94esimo compleanno. Il decesso è avvenuto all’interno della sua abitazione di Tokyo ed è attribuibile a cause naturali.
Su sua richiesta verrà omaggiata tramite una semplice celebrazione, invece di un tradizionale rito funebre.
Vita privata
La stilista ha sempre tenuto la sua vita privata volutamente lontana dai riflettori mediatici. Si era sposata nel 1972 con Yoshito Yuki.
Contrariamente alle sue proposte sartoriali, Yumi Katsura aveva deciso di non indossare il tradizionale colore bianco preferendo invece un abito di velluto verde.