Nella giornata di ieri, un minatore Bitcoin in solitaria è riuscito in una vera e propria impresa. Ha infatti aggiunto un blocco alla catena, portandosi a casa un enorme jackpot, pari a 218.544 dollari. Il blocco è quello contrassegnato dal numero 841.286 e grazie a questa prodezza il minatore è diventato il 282esimo solista nella storia di Bitcoin a riuscirci.

Secondo Con Kolivas, sviluppatore principale del fornitore di software di mining CKpool, il miner ha contribuito in media con 12 petahash: 1.000.000.000.000.000 (un quadrilione) di hash al secondo, ovvero circa lo 0,02% dell’hash rate totale della rete. Ciò vuol dire che le sue probabilità di battere tutti i pool minerari di Bitcoin e ogni altro singolo minatore di Bitcoin e poter estrarre un blocco BTC ammontavano ad appena lo 0,2%. Un dato tale da rendere ancora più significativo l’accaduto.

Una vera e propria impresa

L’impresa è resa ancora più rilevante da un altro dato: si tratta infatti del primo blocco estratto da un minatore solista dall’ultimo halving di Bitcoin. Occorre infatti sottolineare che il mining in solitaria è estremamente impegnativo, a causa di una serie di fattori chiave.

Il primo di essi è rappresentato dal fatto che condurre l’attività di mining implica competere con l’hash rate e il livello di difficoltà dell’intera rete. Man mano che i minatori si uniscono alla rete, la difficoltà complessiva aumenta, rendendo di conseguenza sempre più complicato per i minatori solitari riuscire a trovare la strada per poter aggiungere i blocchi alla rete.

Per cercare di bypassare tale difficoltà, si è quindi andato affermando un nuovo modo di estrarre e coniare nuovi token, l’unione di forze con altri minatori. In tal modo aumentano le possibilità di precedere la concorrenza e intascare le ricompense, dividendole naturalmente con gli altri partecipanti all’impresa.

Queste associazioni sono indicate con il nome di pool minerari e rappresentano una versione moderna delle antiche gilde. Al momento, i pool più grandi sono il cinese Antpool e lo statunitense Foundry USA, che controllano il 49% dell’hash rate totale della rete Bitcoin.

Le difficoltà del mining in solitaria

Un mining in solitaria, proprio in considerazione della concorrenza esistente, deve obbligatoriamente fare affidamento sulla fortuna. Le ricompense previste, infatti, sono direttamente collegate alla capacità del minatore di risolvere complessi enigmi crittografici all’interno della rete. Un livello di imprevedibilità tale da contrastare con le ricompense più stabili e coerenti le quali caratterizzano invece il pool mining.

Il fortunato minatore che ha appena intascato 218mila dollari era stato preceduto il passato 18 agosto, quando un altro collega in solitaria aveva risolto il blocco numero 803.821, ottenendo in cambio una ricompensa pari a 6,25 Bitcoin. Il valore stimato all’epoca era pari a 160mila dollari circa. A rendere l’impresa ancora più rilevante l’utilizzo da parte sua di appena un petahash.

Mining di Bitcoin: cosa sta accadendo

Se sin qui abbiamo parlato di un evento lieto per i minatori, occorre anche precisare che la felicità non è esattamente l’atteggiamento prevalente nella categoria, dopo il quarto halving. Il motivo è facilmente comprensibile: il dimezzamento delle ricompense avviene in contemporanea con l’aumento dei costi. Tanto da andare a ridurre i margini di manovra di molti pool minerari, in particolare quelli che già faticavano a tenere il passo prima dell’evento.

Molte di queste aziende minerarie, di conseguenza, saranno presto obbligate a gettare la spugna. Oppure a rivolgersi ad altri settori in grado di generare entrate in grado di giustificare gli investimenti. A segnalare questa possibilità è stato CoinShares, in un rapporto pubblicato di recente.

Secondo gli analisti del gestore patrimoniale, infatti, alcune società minerarie, a partire da BitDigital (BTBT), Hive (HIVE) e Hut 8 (HUT), hanno già iniziato a generare entrate dall’intelligenza artificiale. Mentre TeraWulf (WULF) e Core Scientific (CORZ) hanno a loro volta dato il via a operazioni o varato piani di crescita nello spazio AI.

Una tendenza la quale potrebbe senz’altro proseguire nell’immediato futuro, considerate le dinamiche in atto nel mining di Bitcoin. Il riferimento è, in particolare, ai sostanziali aumenti degli oneri derivanti dall’halving e dal pratico raddoppio dei costi relativi all’energia elettrica necessaria.