Resta in carcere Giacomo Friso: lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari che ieri, 29 aprile, lo ha interrogato sul delitto di cui lo scorso 27 aprile si è macchiato a Villafranca Padovana. Delitto che, stando a quanto ricostruito finora dalla Procura, il 34enne, appena uscito da una comunità di recupero per tossicodipendenti, aveva premeditato.

Si aggrava la posizione di Giacomo Friso: per la Procura avrebbe premeditato il delitto di Villafranca Padovana

Giacomo Friso è accusato di aver ucciso il 32enne Michael Boschetto, suo dirimpettaio. I fatti risalgono allo scorso sabato mattina: stando a quanto lui stesso avrebbe riferito al gip che ieri, 29 aprile, lo ha interrogato, aveva nascosto l’arma del delitto, un coltello da cucina dalla lama di circa 32 centimetri, dietro a un muretto del vialetto che porta all’androne dell’abitazione della vittima almeno 20 minuti prima di colpirla.

“Sapevo che sarebbe uscito presto, quindi sono uscito anche io sulle 6”, avrebbe riferito in presenza dei suoi avvocati difensori, Tamara Fattore ed Enrico Cogo, riferendosi al 32enne. Poi, stando al suo racconto, Boschetto lo avrebbe raggiunto in strada e si sarebbero messi a litigare. “Mi ha aggredito, io ho preso il coltello nascosto e l’ho colpito per difendermi”, avrebbe detto.

Un racconto che, stando a quanto riporta il Corriere della Sera, non reggerebbe: tracce di sangue sono state trovate solo nel punto in cui Boschetto è morto, davanti al portone d’ingresso della sua casa; se davvero l’omicidio fosse stato preceduto da una colluttazione in strada, ci sarebbe stato altro sangue.

Secondo la Procura ciò che emerge dalle dichiarazioni confuse del 34enne è che aveva premeditato il delitto, preparandosi a cogliere di sorpresa il 32enne e ad aggredirlo con lo stesso coltello con cui era stato visto girare in paese già nei giorni precedenti.

La ricostruzione del movente

Il movente non è stato ancora chiarito. Di certo i due si conoscevano da tempo; secondo il Corriere della Sera avevano alle spalle, anzi, vecchi dissidi e screzi apparentemente non legati agli stupefacenti. Una delle ipotesi è che Friso abbia deciso di “vendicarsi”.

“Michael era un bravo ragazzo, Friso è un pazzo psicopatico, non si sono mai potuti sopportare”, ha spiegato la fidanzata del 32enne – colei che la mattina del 27 aprile l’ha trovato esanime, dando l’allarme – al quotidiano milanese. “Lasciate in pace Michael”, avrebbe aggiunto, in lacrime.

Il nonno del ragazzo negli scorsi giorni aveva dichiarato che si amavano e che insieme erano felici; Michael, che in passato aveva avuto problemi di droga e poi si era “rimesso in carreggiata”, sembrava finalmente aver trovato una sua serenità, sentimentale ed economica.

Friso, che a Villafranca Padovana, suo paese d’origine, era tornato a stare da poco, non sembrava, invece, cambiato: diversi testimoni hanno riferito di averlo visto girare come “una furia” prima dell’omicidio. Nella notte fra il 24 e il 25 aprile aveva provato a strangolare un suo vecchio conoscente; poi in un bar aveva avuto uno scatto d’ira, venendo denunciato per resistenza a pubblico ufficiale dai carabinieri intervenuti per calmarlo su richiesta dei titolari del locale.

Tutti sapevano che “bisognava stargli alla larga” e raccontano, ora, che sembrava “alterato”: bisognerà capire se al momento del delitto fosse lucido oppure no. Si aspettano, a tal proposito, anche i risultati degli esami tossicologici che gli sono stati fatti dopo il fermo. Intanto giovedì prossimo il medico-legale incaricato dalla Procura, Rossella Snenghi, eseguirà l’autopsia sul corpo di Boschetto, che in seguito sarà riconsegnato ai familiari per la sepoltura.