Almeno noi nell’universo è il concerto de l’Orchestra Ravvicinata del Terzo Tipo che torna in scena mercoledì 15 maggio 2024, alle 18:15, presso la Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, in via Pietro De Coubertin, 30 a Roma.

L’Orchestra Ravvicinata del Terzo Tipo farà gli onori di casa a tre ospiti speciali, che si alterneranno a condividere con i componenti il palco:

  • Niccolò Fabi, cantautore romano che nel corso del tempo ha spinto la propria ricerca musicale e, in genere, la propria poetica verso soluzioni multiformi e sempre nuove, applicando la chiave delicata dell’introspezione pur senza rinunciare alla schiettezza
  • Nando Citarella, cantore della tradizione popolare, vocalità e anima musicale già al fianco di Eduardo De Filippo, Ugo Gregoretti, Lindsay Kemp, ambasciatore del folk italiano anche all’estero
  • Claudio Simonetti, compositore, tastierista e leader della storica formazione de i Goblin, che ha scritto la storia del progressive rock italiano, firmando musiche immortali, spesso legate al mondo del grande schermo, come il film Profondo Rosso

Almeno noi nell’universo: il concerto

Il concerto che andrà in scena all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone è il coronamento artistico di un progetto di integrazione, unico nel proprio genere: questo evento permette di accendere i riflettori su tematiche importanti come quelle della disabilità, dell’inclusione, e dell’educazione in musica come potentissimo fattore di empowerment. Senza dimenticare l’importanza dell’inserimento degli studenti, che possono unire l’esperienza di alternanza scuola-lavoro con quella della creazione di bellezza, finalizzata allo sviluppo e all’integrazione.

Almeno noi, nell’Universo: è questo il titolo dell’appuntamento dal vivo, che, prende spunto dal famoso brano di Mia Martini, che ben rappresenta il valore della Musica nella costruzione di Comunità accoglienti e inclusive. La scaletta del concerto riguarda le declinazioni dell’Amore in musica, passando dal cantautorato italiano alle colonne sonore fino ad arrivare al rock nazionale e internazionale come Morricone, Bernstein, Sakamoto, Kiss, Goblin solo per citarne alcuni. Ha dichiarato Roberto Vignola, Vice Direttore generale di CESVI:

Quest’importante progetto ci permette di essere più incisivi, con proposte progettuali rispondenti ai bisogni territoriali su una serie di questioni che colpiscono il nostro Paese in ambito ESG. Il progetto “La Musica per l’Inclusione” è la dimostrazione che per dare una risposta rapida ed efficace alle problematiche sociali territoriali, il connubio tra i mondi non profit e profit può rappresentare una soluzione vincente in grado di portare soluzioni concrete in contesti sociali periferici complessi.

Cos’è L’orchestra ravvicinata del terzo tipo

L’Orchestra Ravvicinata del Terzo Tipo è un percorso della Scuola Popolare di Musica Donna Olimpia svolto in collaborazione con la Cooperativa Sociale Agorà e la ASL RM3 e supportata da luglio scorso a giugno prossimo attraverso il progetto La Musica per l’Inclusione, sostenuto da Intesa Sanpaolo attraverso il Programma Formula in collaborazione con CESVI.

Nell’orchestra ci sono persone con disabilità, operatori socio-assistenziali, educatori, musicisti professionisti ed un gruppo di studenti liceali, inseriti in PCTO – l’ex programma di alternanza scuola-lavoro – per un totale di circa 100 musicisti sul palco. Ha dichiarato Paolo Pecorelli, direttore dell’ensemble:

La musica ci regala l’occasione di connetterci a un livello molto profondo e, contemporaneamente, di sovvertire il linguaggio e le categorie, rendendo la bellezza e la cura artistica accessibile a tutti e tutte, per innalzare la dignità e la qualità di vita di ogni essere umano. Noi non stiamo costruendo un’orchestra in cui persone con disabilità e operatori socioassistenziali vengono messi nella condizione di suonare “come gli altri”; vogliamo invece mescolarci, mischiare le differenze, contaminarci e trasformarci, fino a divenire un unico flusso creativo, cangiante, imprevedibile e meticcio, in cui i confini tra il “noi” e il “loro”, tra staff e orchestrali, tra musicisti e pubblico, si assottigliano fino a perdersi, rendendoci tutti e tutte uno stesso tessuto: in altre parole, una comunità.