Quale pensione spetta al lavoratore dipendente che fa anche attività di lavoro autonomo? Il caso è quello di un contribuente che abbia iniziato a prima del 1° gennaio 1996 e che abbia totalizzato più di tre decenni di contributi previdenziali versati all’Inps, rientrando nel sistema contributivo misto. Tuttavia, il lavoratore ha anche la possibilità di svolgere, oltre al lavoro alle dipendenze, un’attività autonoma di lavoro con versamento dei contributi nella Gestione separata dell’Istituto di previdenza.

Proprio i contributi versati in quest’ultima gestione possono essere oggetto di valutazione, in quanto derivano da una seconda attività che i lavoratori, spesso, decidono di portare avanti in vista di benefici di tipo previdenziale.

In particolare, ci si chiede se i contributi versati nella Gestione separata dell’Inps, possano servire per ottenere una pensione più alta una volta che il contribuente avrà lascito il mondo del lavoro oppure se si può aspirare anche a vantaggi nell’accorciare la distanza dalla pensione raggiungendo prima qualche canale di uscita anticipata.

Ecco quale pensione per il lavoratore dipendente che fa anche attività di lavoro autonomo

Quale effetto può avere sulla pensione, dunque, il versare contemporaneamente contributi per un lavoro alle dipendenze e contributi alla Gestione separata dell’Inps? Il caso è quello di un lavoratore alle dipendenze, che ha già raggiunto gli anni di versamenti utili alla futura pensione di vecchiaia (20 anni) dei 67 anni di età ed è in corsa anche per gli anni di contributi utili per la pensione anticipata a 42 anni e 10 mesi.

Tuttavia, il lavoratore svolge attività di lavoro autonomo con versamenti di contributi previdenziali alla Gestione separata dell’Inps. A prescindere da quale sarà il meccanismo di uscita del lavoratore, ci si chiede qual è l’impatto di questi ulteriori contributi previdenziali sia ai fini di un assegno di pensione più alto che per accorciare l’uscita dal lavoro?

Quale pensione dipendente autonomo per chi versa contributi Inps?

La prima considerazione da fare, in tal senso, è quella secondo la quale il lavoro alle dipendenze consenta di raggiungere la copertura contributiva per l’intero anno. Ovvero, il lavoro alle dipendenze consente di arrivare alle 52 settimane all’anno di versamenti contributivi?

Se la risposta è positiva, l’attività che il lavoratore svolge come autonomo determina dei contributivi collocati negli stessi periodi lavorativi rispetto all’attività alle dipendenze. Pertanto, i periodi di contribuzione possono definirsi coincidenti, perché già coperti versamenti del lavoro alle dipendenze.

Come accedere alle pensioni anticipate a 64 anni di età?

Per questo motivo, si può ben osservare che i contributi versati alla Gestione separata dell’Inps, proprio perché coincidenti con i versamenti effettuati all’Inps grazie al lavoro alle dipendenze, non andranno a incrementare l’anzianità contributiva al fine di consentire al lavoratore di uscire prima dal lavoro.

Tuttavia, il contribuente ha la possibilità di presentare domanda, al momento di andare in pensione, del cumulo tra le due gestioni contributive, quella alle dipendenze e la Gestione separata dell’Inps, al fine di ottenere l’erogazione di un’unica pensione. Tale trattamento corrisponderà alle due quote maturate nei due sistemi previdenziali.

L’operazione, tuttavia, consente di aprire un’altra opzione di uscita anticipata. Infatti, spostando i contributi tutti nella Gestione separata dell’Inps e aderendo, in questo modo, al sistema contributivo puro, il lavoratore potrebbe mirare a uscire a 64 anni di età unitamente ad almeno 20 anni di contributi e a una pensione maturata di almeno tre volte l’importo del trattamento pensionistico sociale.

Limiti delle pensioni anticipate del sistema contributivo puro

Il rovescio della medaglia per un’operazione di questo tipo è rappresentato dall’importo della futura pensione che sarà ricalcolato interamente con il sistema contributivo, meno vantaggioso del sistema misto. Inoltre, il trattamento di pensione tra l’uscita a 64 anni e il compimento dei 67 anni di età della pensione di vecchiaia, avrebbe un tetto massimo pari, per quest’anno, a circa 3.000 euro al mese. Qui le alternative alla pensione anticipata a 64 anni di età.