E’ da più di un mese, da quando il Ministero dell’Interno ha deciso di mandare a Bari i commissari prefettizi per indagare se ci sono state infiltrazioni mafiose nel Comune guidato da Antonio Decaro, che la Puglia vive un vero e proprio terremoto politico. L’ultimo capitolo, ma solo in termini cronologici, lo sta scrivendo il Governatore Michele Emiliano in queste ore. Proprio lui, infatti, è stato convocato alle 10:30 del 2 maggio a Roma nell’ambito dell’inchiesta che l’Antimafia ha aperto sulle indagini della Procura di Bari che hanno investito il Comune del capoluogo pugliese e la Regione. Sta di fatto che proprio questa data, cadendo nello stesso periodo di un consiglio regionale decisivo per le sorti politiche del centrosinistra dello stesso Emiliano, sta causando l’ennesimo braccio di ferro.
Inchiesta antimafia in Puglia, perchè Emiliano ha voluto cambiare la data della sua audizione in Commissione parlamentare
Questa mattina, si è diffusa la notizia secondo la quale Michele Emiliano, il Governatore della Puglia, riteneva “inopportuna” in ogni caso la sua audizione. Sta di fatto che, mentre già montava la polemica, il Governatore ha tenuto a precisare:
“Leggo alcuni lanci di agenzie stampa nei quali si riferisce di una mia presunta indisponibilità all’audizione presso la Commissiona Parlamentare antimafia. La circostanza è falsa e rappresentata malevolmente”.
Qual è allora il motivo dell’ultima uscita di Emiliano?
“Ho chiesto di tenere distinta la mia audizione in Antimafia con il dibattito in Consiglio regionale sulla sfiducia per evitare la strumentalizzazione dell’atto istruttorio parlamentare con l’attività del consiglio regionale, per evitare manovre mediatiche che vedo puntualmente già verificarsi. La Commissione Antimafia è un soggetto terzo, che ha gli stessi poteri e una funzione di indagine paragonabile a quella della Magistratura. Non solo deve essere terza, ma deve apparire tale”.
Il problema di opportunità sollevato da Emiliano
Il problema sollevato da Emiliano, quindi, è proprio questo: se non la coincidenza, l’eccessiva vicinanza delle date tra il consiglio regionale, dove la giunta del Governatore è a caccia di una rinnovata fiducia politica e di ricompattare la maggioranza, e l’audizione a Montecitorio. Dopo la convocazione, con su indicati tre giorni, il 7, l’8 o il 9 maggio, Emiliano ha spiegato:
“Il 7 maggio purtroppo è prevista la seduta del Consiglio Regionale nella quale si comincerà a trattare la mozione di sfiducia presentata dalla opposizione nei miei confronti. Tale circostanza rischia di creare una involontaria connessione, ribadisco pur senza volontà di alcuno, tra la mia audizione e il dibattito consiliare sulla fiducia. Credo che sia dovere di tutti evitare una commistione tra le necessità istruttorie della Commissione e la dinamica consiliare immediatamente precedente e successiva al voto di fiducia”.
Emiliano: “Rinviare il voto sulla fiducia”
Il Governatore della Puglia, chiarito quindi che è ben disposto a chiarire la sua posizione in Commissione Antimafia dopo il terremoto politico che lo vede protagonista, ha avanzato la sua proposta:
“Al fine di evitare strumentalizzazioni politiche, sempre possibili da parte della maggioranza o della opposizione, di una così importante audizione. Sento quindi la necessità istituzionale di preparare e di gestire successivamente l’esito della mozione di sfiducia tenendola ben distinta dalla mia audizione in Commissione Antimafia. Gioverebbe quindi alla serenità di tutti il fatto che io possa affrontare la audizione presso la Commissione Antimafia in tempi e modi significativamente distinti dalla mozione di sfiducia. Salvo che non esistano esigenze oggettive di estrema urgenza che alla luce delle mie conoscenze non sembrano sussistere”.