Da tempo fidanzata con l’ex direttore di RAI 3 Franco Di Mare, ecco chi è Giulia Berdini: dalle controversie sulla differenza di età della coppia al suo lavoro e alla vita privata.

Chi è Giulia Berdini, compagna di Franco Di Mare?

Nata nel 1991 a Roma, Giulia Berdini vive e lavora ancora nella capitale italiana. Purtroppo, non si sa molto sulla sua infanzia e la sua sfera privata poiché è una persona estremamente riservata.

Dopo aver studiato marketing alberghiero, ha intrapreso una carriera manageriale nel settore della ristorazione. È diventata responsabile dei servizi di ristorazione presso la sede RAI di Saxa Rubra, vicino agli studi del programma Unomattina, condotto per lungo tempo dal suo compagno Franco Di Mare. È stato proprio grazie a questa vicinanza che i due si sono conosciuti, dando il via alla loro storia d’amore.

La loro relazione è iniziata nel 2017, dopo il divorzio del giornalista dalla sua ex moglie Alessandra, con cui aveva adottato la piccola Stella da un orfanotrofio di Sarajevo, dove il giornalista era stato inviato come corrispondente di guerra. La storia dell’adozione è diventata un libro, scritto da Di Mare, e successivamente una fiction trasmessa su RAI 1 intitolata “L’angelo di Sarajevo”.

Quando la relazione con Berdini è diventata di dominio pubblico, non sono mancate le critiche alla coppia, soprattutto per i 36 anni di differenza tra loro. L’ex direttore di RAI 3 ha risposto a tali critiche con una lunga lettera su Facebook, dicendo: “Dopo anni di separazione di fatto, ho incontrato un’altra persona. Capita. E in qualche modo è una benedizione. Significa che la vita continua, se si è capaci di ricominciare. Anche queste dovrebbero essere, in definitiva, questioni personali. Giulia è arrivata nella mia vita cinque anni dopo la mia separazione da Alessandra, quando vivevo da solo, e quindi non ha alcuna colpa per il fallimento del mio matrimonio. Nessuna. Non avevo previsto che, molto semplicemente, il cuore segue ragioni che la mente non comprende, come diceva Pascal molto prima che diventasse un biglietto nei cioccolatini. Ora so che è vero”.