Manta Network è stato lanciato nel 2021 con un intento ben preciso: favorire l’interoperabilità tra le varie blockchain esistenti. Per farlo ha optato per una soluzione tecnologica sempre più popolare, quella rappresentata dal protocollo Zero Knowledge (ZK), tramite zkSNARKs.

Due anni più tardi, nel mese di luglio, è poi avvenuto il lancio sotto forma di optimistic rollup, sull’OP Stack di Optimism, in contemporanea con l’offerta di una piattaforma su cui è possibile la costruzione di applicazioni ZK specializzate. Poco dopo il suo lancio, tuttavia, il team ha virato sui rollup ZK, sfruttando all’uopo il Chain Development Kit (CDK) di Polygon.

Un cambiamento derivante dall’ambizione di trasformarsi in una blockchain di livello 2 equivalente alla Ethereum Virtual Machine (EVM). ponendo in tal modo le basi per diventare la casa per le applicazioni ZK.

Manta Network, cos’è e cosa si propone

Dopo il lancio nel 2021, Manta ha assunto le dimensioni di un progetto di nicchia, almeno sino al dicembre del 2023, quando è stata lanciata la campagna Manta New Paradigm. Una campagna che è stata interpretata come una risposta a Blast, in quanto ha cercato di consentire ai depositanti della catena di guadagnare rendimento sui loro token mediante staking, airdrop e applicazioni di finanza decentralizzata.

Nel corso di questa campagna, agli utenti è stata data facoltà di depositare ETH o USDC sulla blockchain di secondo livello L2 tramite il bridge ufficiale Manta Pacific. Chi aderisce alla proposta è in grado di fare staking liquido, utilizzando quindi i token ricevuti in cambio per generare ulteriori rendimenti. Un risultato ottenuto attraverso la collaborazione con la soluzione di staking omni-chain, StakeStone, e il protocollo di stablecoin a rendimento Mountain Protocol.

Chi ha depositato ETH nell’ambito dell’operazione ha ricevuto in cambio STONE, token che comportano un rendimento su Ethereum, mentre chi lo ha fatto con USDC ha avuto wUSDM, il cui rendimento è assicurato dai buoni del Tesoro degli Stati Uniti, su cui indirizza il suo investimento Mountain Protocol. I token originariamente depositati sono stati quindi bloccati, con gli utenti abilitati a ritirare i depositi iniziali 69 giorni dopo la distribuzione del token MANTA, tramite airdrop.

La tokenomics di Manta Network

Quando si analizza un progetto, è importante dare un’occhiata attenta alla sua tokenomics. Per quanto riguarda Manta Network, il token nativo della blockchain è MANTA. La sua fornitura totale è attestata ad un miliardo di esemplari, un tetto tale da farne una soluzione chiaramente deflattiva. Una caratteristica destinata a stabilizzarne il prezzo nel lungo termine.

Il 36% di tale fornitura è destinato agli airdrop, al Binance Launchpad e ai piani di sviluppo dell’ecosistema. Il resto è stato invece indirizzato a investitori privati, al team di sviluppatori e alla Manta Foundation.

Al momento del lancio, la fornitura iniziale in circolazione era di 251 milioni di token, quindi poco più del 25% della fornitura totale. I token degli investitori saranno rilasciati a tappe, con un piano che prevede la conclusione in tal senso entro e non oltre il mese di gennaio del 2028.

Le prospettive per il futuro

Manta Network si propone in un ambito che è già presidiato da molte soluzioni che hanno già avuto modo di imporsi agli occhi degli investitori. Nel valutare l’opportunità di un investimento sulla blockchain occorre tenere conto di questo dato di fatto.

Nella classifica di CoinMarketCap, relativa alla capitalizzazione di mercato, il token è comunque situato al momento al 147° posto. Segno evidente di un buon interesse da parte di coloro che cercano soluzioni d’investimento alternative a Bitcoin e Altcoin principali.

Per cercare di superare una concorrenza qualificata sarà però necessario un lavoro di aggiornamento molto serrato. Un lavoro il quale è del resto già stato impostato tramite una roadmap dettagliata. Non resta quindi che seguirne l’evoluzione nell’immediato futuro.