L’Autonomia differenziata è arrivata alla Camera per la discussione generale che porterà nelle prossime settimane all’approvazione del Ddl Calderoli che diventerà legge dello Stato.
Dopo il via libera del Senato, oggi 29 Aprile, il testo è approdato a Montecitorio così come da agenda e alle 10,00 in punto è iniziata la discussione con la relazione dei due relatori, i deputati Paolo Emilio Russo (FI) e Alberto Stefani (Lega).
Il testo è arrivato in aula accompagnato da accesissime e velenose polemiche culminate con il colpo di mano della maggioranza in Commissione Affari Costituzionali che ha sabato ha cancellato 2000 emendamenti è ha deciso di chiudere la discussione. La votazione per il via libera al mandato ai relatori è stata disertata dall’opposizione che naturalmente è più che intenzionata a dare battaglia in aula.
Autonomia, al via la discussione a Montecitorio tra le polemiche. Calderoli: “Ci siamo!”
“Autonomia in Aula alla Camera, ci siamo!!”. E’ il commento del ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli, che ha festeggiato così sui social l’avvio della discussione generale a Montecitorio del suo Ddl. Il ministro nel suo post ha pubblicato una sua foto con l’ordine del giorno della seduta odierna.
Il testo, quindi, questa mattina è arrivato in Aula per la discussione generale. Il relatore Paolo Emilio Russo di Forza Italia ha spiegato che delle 2400 proposte emendative presentate la Commissione Affari Costituzionali ha “esaminato tutte le proposte possibili per un totale di 18 ore” prima di decidere di procedere alla votazione in Commissione.
Inutili le richieste delle opposizioni di allungare i tempi della discussione e ritardare quindi l’arrivo in aula del testo. Un rinvio che la Lega non avrebbe mai accettato, essendo l’Autonomia differenziata uno dei suoi principali cavalli di battaglia e non avendo mai fatto mistero di voler arrivare alla sua approvazione prima del voto di giugno delle Elezioni Europee, così da poterlo sfruttare in termini di consenso elettorale.
I relatori: “Non sarà spacca Italia ma consentirà di superare i divari tra Nord e Sud”
Intanto i due relatori di maggioranza, Paolo Emilio Russo (FI) e Alberto Stefani per la Lega hanno sottolineato in entrambi i propri interventi, che la riforma dell’Autonomia differenziata non spaccherà l’Italia come sostengono le opposizioni e gli amministratori delle regioni del Mezzogiorno, bensì consentirà di superare il divario.
“Nessuna area e nessuna regione dovrà e potrà restare indietro. Questo non è un provvedimento che spaccherà l’Italia. Consentirà al contrario di superare i divari che esistono da decenni.”
Ha dichiarato il deputato azzurro Paolo Emilio Russo.
“Se adesso parliamo di squilibri perché fino ad esso c’è stato un modello centralista. Questo provvedimento porterà la garanzia di una maggiore efficienza e assunzione di responsabilità.”
Ha detto invece Alberto Stefani della Lega.
L’opposizione sulle barricate, Ricciardi (Pd): “Discusso solo il 3% emendamenti”
La discussione si preannuncia accesissima visto il turbolento iter che ha portato all’approdo in aula del testo e le polemiche da parte delle opposizioni per la decisione da parte della maggioranza di cassare più di 2000 emendamenti.
Fermamente convinta che la riforma creerà squilibri e porterà ad una Italia a due velocità, l’opposizione come ha illustrato il relatore di opposizione Toni Ricciardi del Pd che ha denunciato il fatto di non aver potuto discutere e votare gli emendamenti che erano stati presentati.
“Siamo contrari a questo testo sull’autonomia differenziata. Intanto di 2400 emendamenti ne sono stati discussi e votati solo 70, meno del 3 per cento. Ma nel merito assistiamo al ruolo del parlamento e della sua funzione legislativa completamente svuotata dal centralismo sia del governo nazionale che di quello regionale.”
Ha detto Ricciardi durante il suo intervento a Montecitorio. Fortemente critici anche i Cinquestelle.
“L’autonomia così come concepita non farà altro che favorire e ampliare le divisioni sui territori, alimentare tensioni, creare disparità tra cittadini di serie A e serie B, anziché promuovere la tanto decantata unità nazionale”.
Dichiara in una nota la senatrice del Movimento 5 Stelle Ketty Damante, che poi sottolinea come l’approvazione del Ddl Calderoli sia
“Niente altro che un regalo pericoloso del governo Meloni a Salvini in piena campagna elettorale per le Europee. Un regalo che in realtà conviene anche all’esecutivo che potrà, così, portare all’esame del Parlamento la legge di riforma costituzionale sul Premierato”.