Ci sono calciatori che rimangono nella mente e nel cuore di chi li ha conosciuti e apprezzati perchè sono legati a ricordi sportivi giovanili. Uno di questi è Giuseppe Brizi detto Pino, a cui la sua città natale pochi giorni fa ha intitolato lo stadio due anni dopo la sua morte.
Vinse lo scudetto con la Fiorentina e due anni dopo la salvò dalla retrocessione
Brizi per i tifosi della Fiorentina è un eroe, una leggenda. Era lo stopper della squadra viola del secondo scudetto, quello del ’68-69 con Bruno Pesaola in panchina, Superchi in porta, Rogora e Mancin terzini, stopper Brizi e Ferrante libero, a centrocampo Esposito, Merlo e capitan De Sisti, in attacco Maraschi e Amarildo e Chiarugi e Rizzo a contendersi una maglia da titolare. Il primo tricolore, quello del ’55-56, Brizi lo aveva festeggiato come tifoso quattordicenne. Difensore di grande correttezza, intelligenza tattica e classe, ha collezionato 389 presenze con la Fiorentina, dal 1962 al 1976. Un fedelissimo della maglia viola con la quale conquista anche due Coppa Italia.
Quando arriva a Firenze dalle giovanili della Maceratese l’allenatore Beppe Chiappella lo trasforma da libero in stopper e insieme a Ugo Ferrante forma una coppia insuperabile di quella Fiorentina ye-ye che poi con Pesaola sarà tricolore. Brizi è ricordato anche per un gol che salvò la Fiorentina dalla serie B, quello del pareggio 2-2 al 90′ in casa con l’Inter, penultima giornata del campionato 1970-71. Un gol decisivo. Nella porta nerazzurra c’era Lido Vieri. Ascoltavo la partita alla radio, “Tutto il calcio minuto per minuto” e quel collegamento da Firenze lo ricordo ancora. In serie B andò il Foggia di Lauro Toneatto.
Stefano Bisi