Il monologo censurato dalla Rai e gli attacchi ricevuti anche da alte cariche dello Stato e del governo. Antonio Scurati interviene a Che tempo che fa ospite di Fabio Fazio con il chiaro intento di ricostruire la vicenda che lo ha visto, suo malgrado protagonista. Una “lotta nel fango“, come lui la definisce, nella quale è stato trascinato e dove si ritrova a combattere, passando anche all’attacco.

Antonio Scurati a Che tempo che fa sul suo monologo censurato: “Trascinato in una lotta nel fango, pensavo che la Rai fosse di tutti”

Si difende, ricostruisce e, infine, attacca.

Antonio Scurati interviene da Fabio Fazio per dire la sua sull’ormai famigerata vicenda del suo monologo censurato in Rai per il 25 aprile, diventata un dibattito politico dai toni ben al di sotto di quanto ci si potrebbe e dovrebbe aspettare.

E lo scrittore si rivolge proprio a chi, dall’alto della sua posizione politica, ha usato termini inappropriati (se non del tutto offensivi) nei suoi confronti. A partire dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni che, in un post su Facebook, aveva fatto riferimento – con toni velatamente polemici (“Lo stipendio mensile di molti dipendenti per un minuto di monologo“) – al compenso che Scurati avrebbe preso per il suo intervento.

“Il capo del governo, dicendo che non sa bene come sono andate le cose – e questo mi pare un buon motivo per tacere, direbbe mio padre – usa delle parole sgradevoli, mi descrive come un avido. Non deve succedere che un capo di governo attacchi con frasi denigratorie un cittadino che è anche uno scrittore e dovrebbe poter esprimere il suo punto di vista”.

Analogamente, Scurati replica alle parole ben più sprezzanti usate dal presidente del Senato Ignazio La Russa, che lo aveva accusato di “aver fatto soldi con Mussolini“. Prima con una battuta (“Se qualcuno vuole accusarmi di qualcosa può accusarmi di fare soldi contro Mussolini, non con Mussolini“), poi con una riflessione sulla disparità di potere tra un privato cittadino e un esponente delle istituzioni.

“La seconda carica dello Stato non dovrebbe polemizzare denigrando uno scrittore o un qualsiasi cittadino. La seconda carica dello Stato è lo Stato, non può buttarsi contro un cittadino. È come dire ad un medico che fa i soldi con la malattia delle persone”.

La ricostruzione dei fatti

Sollecitato dal conduttore, Scurati ricostruisce anche la vicenda dal suo personale punto di vista.

Racconta di esser stato chiamato dalla Rai – “che pensavo fosse di tutti” – perché ritenuto un esperto di quel particolare periodo storico, data la sua produzione letteraria in merito, e ricorda la telefonata della condutrice del programma – Serena Bortone – che gli comunica l’annullamento della sua partecipazione.

A questo proposito, Scurati difende il testo del suo monologo, parlando di “idee e valori che mi sembravano ovvi e scontati” ma che, evidentemente, non lo erano, vista la “lotta nel fango” nel quale è stato trascinato.

Infine, quando gli viene chiesto cosa abbia imparato da questa esperienza, risponde amaramente:

“Se vuoi vivere tranquillo, in questo momento e in questo Paese, non devi criticare il governo. Credevo di saperlo, avendo studiato e raccontato gli anni bui del fascismo, ma ho capito sulla mia pelle che la democrazia è sempre lotta per la democrazia e oggi noi ci viviamo grazie alla lotta dei nostri nonni e delle nostre nonne. La democrazia non è un albero ad alto fusto ma è come la vite, la devi curare ogni giorno e solo alla fine ti dà il magnifico vino della democrazia”.

Una lezione che dovremmo ricordare tutti e sempre, non solo quando quel vino ci viene portato via da un oste arrogante.