Quando si vive in condominio e si partecipare alle riunioni potrebbe capitare di imbattersi in una o più decisioni alle quali si è contrari: quando si può impugnare una delibera condominiale?
Intanto, si devono tenere presenti sia i presupposti che i contenuti della delibera che si vuole impugnare, ma soprattutto i termini da rispettare. Bisogna considerare che non tutti i condomini hanno la possibilità di impugnare la delibera, ma possono farlo solo coloro che non avevano votato a favore.
Vediamo, quindi, quando impugnare la delibera.
Chi può impugnare la delibera condominiale
La delibera condominiale può essere impugnata solo dai condomini che non avevano votato a favore di quella decisione presa.
Chi aveva votato a favore non ha il diritto al ripensamento e non possono neppure messe in discussione le scelte di voto fatte dal delegato.
Possono impugnare la delibera solo i condomini che avevano partecipato all’assemblea, ma avevano espresso un voto contrario o si erano astenuti dal votare. Inoltre, possono impugnare le delibere anche gli assenti all’assemblea che non avevano votato sui punti messi all’ordine del giorno.
Quando si può impugnare una delibera condominiale
La delibera condominiale può essere annullata impugnando il verbale che la contiene, presso il tribunale civile competente per territorio.
Il condomino dovrà specificare quali sono i motivi di illegittimità che possono derivare dal contrasto con la legge o con lo stesso regolamento condominiale. Ci sono, inoltre, alcuni motivi che possono comportare la radicale nullità delle delibere condominiali. Altri, invece, che possono essere sanate solo quando l’annullazione non viene proposta.
Termini di impugnazione
Il Codice Civile stabilisce un termine di 30 giorni entro cui c’è la possibilità di impugnare una delibera condominiale.
Il termine decorre:
- Dalla data di deliberazione per coloro che hanno preso parte all’assemblea esprimendo voto contrario o astenendosi;
- Dalla data di comunicazione del verbale per i condomini che erano assenti all’assemblea.
Si tratta di un termine perentorio, in quanto stabilito a pena di decadenza. Se viene proposta un’impugnazione tardiva, oltre i termini indicati, allora sarà rigettata.
Quando non si devono rispettare i termini
Solo una particolare categoria di delibere può essere impugnata anche non rispettando il termine di 30 giorni e senza limiti di tempo. In base a quanto stabilito dalla Corte di Cassazione, si possono impugnare senza limiti di tempo le delibere che contengono decisioni nulle.
Per esempio, si tratta di quelle delibere con cui vengono modificati i criteri di ripartizione delle spese previsti dalla legge. Si tratta di una materia che esula dalle attribuzioni dell’assemblea.
Infatti, anche se è l’organo supremo del condominio, l’assemblea non può disporre validamente come i diritti di proprietà esclusiva di ogni condomino.
Se la delibera è nulla, non può avere alcun effetto giuridico pregiudizievole e potrà essere impugnata in qualsiasi momento senza soggiacere a scadenze.
La nullità di una delibera condominiale può essere fatta valere da chiunque ne abbia interesse. Quindi, possono impugnarla anche i condomini che, in sede assembleare, avevano votato a favore.
Delibera nulla e annullabile
Concludiamo parlando della differenza tra la delibera nulla e annullabile, proprio ai fini della decadenza della possibilità di impugnazione.
L’annullamento può essere richiesto entro 30 giorni. La nullità, come abbiamo detto, può essere fatta valere senza limiti di tempo, quindi, anche molti anni dopo l’approvazione.
Tutte le delibere sono annullabili, almeno in linea generale. Sono nulle solo le delibere che ledono alcuni diritti fondamentali dei condomini. Le delibere nulle, di conseguenza, sono molto più limitate rispetto a quelle annullabili e non sono più sanabili in un secondo momento e possono essere impugnate senza il rispetto di limiti temporali.
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