Aprire ad un risarcimento per le ex colonie portoghesi, questa era l’idea del presidente del Portogallo de Sousa bocciata dal governo di centrodestra. Da anni alcuni esponenti politici ritengono sia giusto avviare un processo di risarcimento nei confronti dei territori che sono stati sotto il dominio portoghese.

Risarcimento per le ex colonie del Portogallo: no del governo

Il governo portoghese ha detto che non avvierà nessun processo di risarcimento alle ex colonie di Lisbona per quanto commesso durante l’era coloniale. Un secco no dunque alle proposte del presidente Marcelo Rebelo de Sousa, la presidenza del Consiglio portoghese ha detto che sulla questione si terrà la stessa linea dei governi precedenti e che il Portogallo ha fatto molto per le sue ex colonie in termini di cooperazione internazionale ed aiuti economici.

La proposta di de Sousa

Il presidente ieri ha insistito sulla necessità che il Portogallo si faccia carico della questione dei risarcimenti dopo l’inaugurazione del Museo Nazionale della Resistenza e della Libertà a Peniche, a nord di Lisbona. Per de Sousa si tratta di un gesto dovuto nei confronti di Paesi che hanno sofferto le politiche coloniali di Lisbona e utile soprattutto per il mantenimento delle relazioni con le ex colonie.

Il presidente propone la cancellazione del debito nei confronti del Portogallo, la concessione di finanziamenti o statuti che riguardino la mobilità rivolti ai cittadini di Paesi dove il portoghese è riconosciuta come lingua ufficiale.

Quali Paesi sono interessati

Gli Stati che hanno diritto a un risarcimento, secondo il presidente e i sostenitori di questa teoria, sono tutti quelli che rientravano nell’Impero Portoghese. Dal quindicesimo al diciannovesimo secolo, almeno 6 milioni di africani sono stati rapiti e trasportati in catene in Brasile. Ecco quali sono gli Stati che potrebbero avere diritto al risarcimento se un giorno venisse approvato:

  • Angola
  • Mozambico
  • Brasile
  • Capo Verde
  • São Tomé e Príncipe
  • Timor Est

Nell’elenco verrebbero compresi anche alcuni territori asiatici (regioni o grandi città) che hanno subito la presenza portoghese nei cinque secoli di colonialismo.