I governi detengono una quantità sorprendente di Bitcoin: ad affermarlo è stato originariamente Verdict, un marchio di proprietà di GlobalData. Un’affermazione che qualcuno ha ricollegato a quanto detto da Edward Snowden qualche mese fa, quando l’ex analista rifugiato in Russia pubblicò un post su X relativo all’acquisto di BTC da parte di non precisati governi.
Affermazioni ora confermate da BitcoinTreasuries, secondo cui governi di tutto il mondo ad aprile 2024 detengono complessivamente 567mila Bitcoin , per un valore di oltre 36 miliardi di dollari. Un dato che sembra stonare con gli attacchi che non di rado le istituzioni portano all’innovazione finanziaria.
I dati di BitcoinTreasuries
BitcoinTreasuries è un sito web specializzato nel tenere traccia della quantità di Bitcoin presenti all’interno dei bilanci di aziende e altre grandi entità, compresi i governi. Creato e gestito da Coinkite, uno dei principali produttori di hardware di sicurezza Bitcoin, provvede ad aggregare dati provenienti da fonti disponibili come documenti SEC (Securities and Exchange Commission), rapporti trimestrali e comunicati stampa.
Da questi dati, è stato possibile sapere che le riserve note di Bitcoin detenute dai governi rappresentano il 2,7% della sua offerta totale, attestata a 21 milioni in sede di tokenomics. Il maggiore possessore in questa particolare categoria è rappresentato dal governo degli Stati Uniti, che ne detiene oltre 210mila, con un controvalore al momento stimabile intorno ai 13 miliardi di dollari.
Per quanto riguarda le società pubbliche, detengono a loro volta un totale di 305mila BTC, la maggior parte dei quali è detenuta da MicroStrategy. L’azienda ha iniziato ad accumulare token dopo aver optato per le criptovalute come principale risorsa per la riserva di tesoreria, nel 2020. Solo di recente, dopo grandi investimenti, le sue partecipazioni in Bitcoin hanno superato quelle degli Stati Uniti. Un traguardo tagliato nel passato mese di marzo quando con l’acquisto di 9mila coin il quantitativo in questione ha raggiunto le 214mila unità.
L’unico Paese che acquista ufficialmente Bitcoin è El Salvador
Contrariamente a quanto affermato da Snowden, al momento solo El Salvador sta acquistando Bitcoin. Grazie alla Bitcoin Law, emanata nel 2021, l’icona crypto è moneta a corso legale nel piccolo Paese centramericano, come il dollaro. Il governo locale è riuscito ad accumulare oltre 5.700 bitcoin estraendo Bitcoin tramite Volcano Energy , vendendo passaporti e acquistando un token al giorno.
Nel caso di Stati Uniti, Cina, Regno Unito e Germania, i Bitcoin sono invece stati sequestrati alla criminalità, organizzata o meno. Washington, in particolare, deve il suo quantitativo a Silk Road, il mercato illegale del Dark Web, ove le criptovalute sono utilizzate per pagamenti relativi ai traffici di droga, armi e esseri umani.
La Cina, a sua volta, possiede circa 190mila Bitcoin, sequestrati nell’ambito dell’operazione che ha sgominato PlusToken, uno schema Ponzi, nel 2019. Mentre il Regno Unito è entrato in possesso di 61mila Bitcoin dopo che un ex lavoratore impegnato nel takeaway ha provato incautamente ad acquistare una villa da 23 milioni di sterline.
Infine la Germania, che ha acquisito 50mila BTC nel passatoi mese di gennaio. Una acquisizione avvenuta nell’ambito di una confisca a danno degli operatori del sito web movie2k. La motivazione del sequestro è il sospetto che al suo interno avvenisse lo sfruttamento commerciale non autorizzato di opere coperte da diritti d’autore.
I Bitcoin potrebbero presto finire all’asta?
Un quantitativo così grande di Bitcoin in mano ai governi presuppone problemi di non poco conto. In particolare, più di qualche osservatore si interroga su cosa potrebbe avvenire nel caso in cui gli stessi decidessero di venderli.
Gli Stati Uniti, ad esempio, lo hanno già fatto con 195mila token, ricavando 366 milioni di dollari. Non è stato un grande affare, considerato che ai prezzi attuali oggi gli stessi coin darebbero 12,6 miliardi di dollari. Nel caso di un ulteriore apprezzamento di BTC, i 210mila esemplari restati potrebbero addirittura iniziare a rivaleggiare con le riserve di oro della banca centrale, che valgono oltre 600 miliardi di dollari.
Considerate le crescenti difficoltà del bilancio statunitense, non stupirebbe una decisione favorevole alla vendita dei BTC in questione. Ove ciò avvenisse, il rischio di una correzione del mercato sarebbe molto forte. Proprio per questo motivo è lecito pensare che la dismissione dei token possa essere graduale, nel corso dei prossimi anni.