Papa Francesco è arrivato a Venezia la mattina di domenica 28 aprile 2024. Intorno alle 7.55 è atterrato nel piazzale interno della casa di reclusione dell’isola della Giudecca per la visita in programma al carcere femminile. Il Santo Padre incontra anche gli artisti della Biennale di Venezia nella Chiesa della Maddalena.

Papa Francesco arriva a Venezia, incontra le detenute: “Sovraffollamento delle carceri è un problema grave”

Domenica mattina il Papa è stato accolto dal Patriarca di Venezia, S.E. Mons. Francesco Moraglia e dal Ministro della Giustizia Carlo Nordio, insieme ad altre personalità della città, in occasione della sua visita alle detenute della Casa di Reclusione della Giudecca. Un incontro voluto dal Pontefice, dove sono stati presenti anche il personale amministrativo e gli agenti della Polizia Penitenziaria.

Il carcere è una realtà dura, e problemi come il sovraffollamento, la carenza di strutture e di risorse, gli episodi di violenza, vi generano tanta sofferenza. Nessuno toglie la dignità a una persona, nessuno. E’ fondamentale che anche il sistema carcerario offra ai detenuti e alle detenute strumenti e spazi di crescita umana, spirituale, culturale e professionale, creando le premesse per un loro sano reinserimento. Non ‘isolare la dignità’, ma dare nuove possibilità”.

Queste le prime parole del Santo Padre durante l’incontro con le detenute a Venezia. Un appuntamento toccante, in cui il Pontefice ha ricordato la situazione in cui versano le carceri italiane, il sovraffollamento e la mancanza di diritti, oltre all’importanza di credere nel futuro. Un focus anche sulla fragilità umana, una condizione che accumuna tutti, insieme alla possibilità di sbagliare e redimersi:

“Non dimentichiamo che tutti abbiamo errori di cui farci perdonare e ferite da curare, e che tutti possiamo diventare guariti che portano guarigione, perdonati che portano perdono, rinati che portano rinascita. Cari amici e amiche, rinnoviamo oggi, io e voi, insieme, la nostra fiducia nel futuro”.

Poi conclude rivolgendosi direttamente alle detenute:

“Ho desiderato incontrarvi all’inizio della mia visita a Venezia per dirvi che avete un posto speciale nel mio cuore. Vorrei, perciò, che vivessimo questo momento non tanto come una ‘visita ufficiale’ del Papa, quanto come un incontro in cui, per grazia di Dio, ci doniamo a vicenda tempo, preghiera, vicinanza e affetto fraterno. Oggi tutti usciremo più ricchi da questo cortile, il più ricco sarò io, e il bene che ci scambieremo sarà prezioso”.
 

Biennale di Venezia, Papa Francesco: “L’arte è un rifugio, include tutti”

Dopo la visita alle detenute della casa di reclusione della Giudecca a Venezia, Papa Francesco si è recato nella Chiesa della Maddalena, dove in programma aveva un incontro con gli artisti che hanno creato il padiglione vaticano della Biennale di Venezia.

Il Pontefice, lodando le meraviglie dell’arte e la sua capacità di includere ogni persona, inizia così il suo discorso agli artisti presenti all’appuntamento:

“Da qui vorrei mandare a tutti questo messaggio: il mondo ha bisogno di artisti. Lo dimostra la moltitudine di persone di ogni età che frequentano luoghi ed eventi d’arte. Vi confesso che accanto a voi non mi sento un estraneo: mi sento a casa. E penso che in realtà questo valga per ogni essere umano, perché, a tutti gli effetti, l’arte riveste lo statuto di “città rifugio” una città che disobbedisce al regime di violenza e discriminazione per creare forme di appartenenza umana capaci di riconoscere, includere, proteggere, abbracciare tutti. Tutti, a cominciare dagli ultimi“.

E sul ruolo dell’arte come strumento di inclusione continua:

“Sarebbe importante se le varie pratiche artistiche potessero costituirsi ovunque come una sorta di rete di città rifugio, collaborando per liberare il mondo da antinomie insensate e ormai svuotate, ma che cercano di prendere il sopravvento nel razzismo, nella xenofobia, nella disuguaglianza, nello squilibrio ecologico e dell’aporofobia, questo terribile neologismo che significa fobia dei poveri
Dietro a queste antinomie c’è sempre il rifiuto dell’altro. C’è l’egoismo che ci fa funzionare come isole solitarie invece che come arcipelaghi collaborativi. Vi imploro, amici artisti, immaginate città che ancora non esistono sulla carta geografica: città in cui nessun essere umano è considerato un estraneo”.

In conclusione lancia un appello per riconoscere maggiormente il valore delle donne nell’arte:

“Mi auguro con tutto il cuore che l’arte contemporanea possa aprire il nostro sguardo, aiutandoci a valorizzare adeguatamente il contributo delle donne, come coprotagoniste dell’avventura umana”.

Papa Francesco ai giovani: “Per Dio non siete un profilo digitale. Lasciate i cellulari e incontrate le persone”

Il Papa è andato alla Basilica della Madonna della Salute, presso Punta della Dogana, per incontrare i circa 1700 giovani presenti in piazza, in rappresentanza delle diocesi del Veneto.

Il Pontefice ha ringraziato i ragazzi arrivati per incontrarlo, ricordando loro l’importanza di non essere schiavi della tecnologia ma di usarla come un semplice strumento:

“Per Dio non sei un profilo digitale, ma un figlio, che hai un Padre nei cieli e che dunque sei figlio del cielo. Eppure spesso ci si trova a lottare contro una forza di gravità negativa che butta giù, un’inerzia opprimente che vuole farci vedere tutto grigio. Per questo vi dico: non isolatevi, cercate gli altri, fate esperienza di Dio assieme, seguite cammini di gruppo senza stancarvi. Tu potresti dire: ‘Ma attorno a me stanno tutti per conto loro con il cellulare, attaccati ai social e ai videogiochi’. E tu senza paura vai controcorrente: prendi la vita tra le mani, mettiti in gioco; spegni la tv e apri il Vangelo”.

Infine un accorato appello ai ragazzi, chiedendo loro di usare meno il cellulare e di stare di più in mezzo alla gente:

“Lasciate il cellulare e incontrate le persone! Il cellulare è molto utile per comunicare ma state attenti quando il cellulare ti impedisce di incontrare le persone”.

“Venezia come i giovani, splendida e fragile”

Nell’incontro con i giovani, Papa Francesco continua il suo discorso ai ragazzi, paragonandoli alla bellezza e alla fragilità di Venezia, cornice che ospita l’atteso appuntamento:

“Dio sa che, oltre a essere belli, siamo fragili, e le due cose vanno insieme: un po’ come Venezia che è splendida e delicata al tempo stesso. Cioè è bella e delicata, ha qualche fragilità che deve essere curata. Proprio Venezia ci dice che solo remando con costanza si va lontano. Se voi siete cittadini veneziani imparate a remare con costanza per andare lontano. Certo, per remare occorre regolarità; ma la costanza premia, anche se costa fatica. Dunque, ragazzi, questo è alzarsi: lasciarsi prendere per mano da Dio per camminare insieme”.