Lazio-Hellas Verona ha permesso ad Igor Tudor di poter ottenere “la vittoria più bella” da quando siede sulla panchina biancoceleste. Non solo il gol di Zaccagni decisivo per l’1-0 finale, con il passare dei giorni il tecnico croato vede sempre di più una creatura a sua immagine e somiglianza, dal punto di vista della voglia e dell’applicazione, che però non deve pensare alla corsa per l’Europa. Pensare partita dopo partita, è l’unica via per poter arrivare a fine stagione con un qualcosa d’importante tra le mani: “Alla fine vedremo quello che avremo fatto”.
Lazio-Hellas Verona, le parole di Tudor
Quattro vittorie consecutive. Un bottino non indifferente per Tudor, che però non vuole sentire parlare di Europa: “La vittoria è stata bella, per me è stata la partita più difficile, e la vittoria è stata la più bella di tutte dopo molti impegni ravvicinati e con alcuni acciacchi. L’abbiamo preparata come una finale, altrimenti non si vinceva. Il Verona è una squadra insidiosa e molto fisica, ma noi siamo riusciti a creare molte occasioni da gol. Corsa per l’Europa? Non c’è nulla da calcolare, bisogna pensare partita dopo partita e poi si tireranno le somme”.
La squadra migliora con il passare delle settimane: “In difesa sono stati attenti, l’intensità è importante. Si cresce di partita in partita, bene anche chi è entrato dalla panchina. Poi ovviamente anche la qualità dei singoli decide la partita”. E anche il coraggio, visto che nel secondo tempo Tudor ha deciso di puntare su una formula molto offensiva: “Abbiamo messo due quinti per spingere al meglio, più la presenza dei trequartisti e degli attaccanti al centro. In mezzo i mediani hanno tenuto bene botta. Abbiamo interpretato a dovere. Castellanos e Kamada titolari? Tutti i giocatori sono titolari, il posto si suda giorno per giorno, decidono loro se essere titolari per come si allenano”.
Tudor sta vedendo la testa giusta: “La mentalità è quella giusta, l’ho vista anche quando il gol non arrivava, denota che non si vuole sbagliare niente. Si difende alti e bassi, c’è grande applicazione; la difesa si fa anche con il cuore, non solo guardando i sistemi tattici. E questo conta tantissimo.
L’attacco torna a girare
Il tallone d’Achille della stagione della Lazio è stata la mancanza di potenza offensiva in attacco. Ora la squadra sembra girare diversamente in tal senso: “Non ci sono segreti – spiega Tudor – semplicemente lavoriamo e basta, ci sono modi diversi di interpretare. L’idea è di attaccare con tanti uomini, a volte riesce e altre volte no. Poi se ci sono giocatori di qualità si fanno i gol e si è pericolosi negli ultimi 25 metri”.
Sul discorso attaccanti, Castellanos si sta adeguando al modo di giocare di Tudor, a discapito di un Immobile ancora in difficoltà: “Niente da spiegare, tutti i giocatori sono a disposizione. Ciro ha avuto problemi ad un ginocchio, Castellanos ha fatto bene contro la Juventus ed era giusto che giocasse lui. Ma tutti saranno importanti”.
Chiusura su Isaksen, di nuovo titolare come quinto: “Oggi era più ala alta, il suo ruolo è quello. Ha fatto cose buone, ha anche tirato, ma deve ancora crescere. Il campionato italiano è difficile, ma lui è giovane e può crescere ancora tanto”.