I prossimi 8 e 9 giugno si andrà a votare non solo per rinnovare il Parlamento europeo, ma anche, in alcuni Comuni importanti come Firenze, per scegliere il nuovo sindaco. Proprio dal capoluogo toscano arriva un caso che oltrepassa i confini cittadini e fa discutere non solo in riva all’Arno, ma fino a Napoli.

A Firenze, finora, si sono presentati ai nastri di partenza della competizione elettorale comunale ben otto candidati: terminato il doppio mandato del dem Dario Nardella, sono pronti alla scalata a Palazzo Vecchio Sara Funaro (centrosinistra), Cecilia Del Re (Firenze democratica), Stefania Saccardi (Italia Viva), Dmitrij Palagi (sinistra), Alessandro De Giuli (Firenze rinasce), Andrea Asciuti (Firenze vera), Francesco Zini (Firenze cambia) e, per il centrodestra, Eike Schmidt. È proprio quest’ultimo al centro del caso-Firenze.

Elezioni comunali di Firenze, il caso del candidato del centrodestra Eike Schmidt che fa infuriare il Pd di Napoli per Capodimonte

Ma chi è Schmidt? E perchè, pur essendo in competizione a Firenze per il centrodestra, fa infuriare il centrosinistra di Napoli?

Il nome di Schmidt è senz’altro un nome molto noto ai fiorentini ma, negli ultimi mesi, anche ai napoletani: nato a Friburgo, in Germania, nel 1968, dal 2015 fino al 2023 è stato il direttore degli Uffizi. Tra l’altro, è diventato celebre nel corso del suo incarico nella galleria d’arte fiorentina per aver invitato Chiara Ferragni a farne da testimonial. Sta di fatto che il ministro alla cultura Gennaro Sangiuliano, a dicembre scorso, l’ha nominato direttore di un altro importantissimo polo museale italiano: quello di Capodimonte, a Napoli. Il caso, allora, nasce da questo: sebbene si sia insediato a gennaio alla guida del Museo nazionale e del Real Bosco di Capodimonte, appena intascata la nomination del centrodestra fiorentino, ha lasciato Napoli e, mettendosi in aspettativa, si sta dedicando anima e corpo alla campagna elettorale. Nulla di vietato. Sennonché, a Napoli, sono partite polemiche e raccolte firme contro di lui.

L’ultima dichiarazione che ha acceso gli animi

Il Partito Democratico napoletano è andato su tutte le furie soprattutto l’altro giorno, quando Schmidt ha ribadito che, nel momento in cui perde la corsa verso Palazzo Vecchio, se ne torna a Napoli:


“In caso di sconfitta a Firenze, tornerò a gestire Capodimonte a Napoli: su questo non c’è dubbio, l’ho detto fin dall’inizio”.


A questo punto, apriti cielo: a Napoli non vogliono sentirsi una ruota di scorta. E, dando fiato alla raccolta firme per far sì che Sangiuliano nomini subito un nuovo direttore per Capodimonte, il capogruppo comunale dei dem, Gennaro Acampora, ha ribattuto:


“Eike Schmidt è un pò candidato a sindaco di Firenze, un pò direttore in aspettativa a Capodimonte, un pò esponente civico, un pò esponente della destra-centro al governo. Dice che se perderà tornerà sicuramente a dirigere il museo e il Real Bosco, cosa che non ha mai davvero fatto da quando è stato nominato lo scorso gennaio. Le sue parole, purtroppo, confermano una situazione politicamente e istituzionalmente imbarazzante, una situazione che noi denunciamo ormai da mesi: un ruolo terzo e di direzione culturale finito sul tavolo del gioco elettorale, una capitale della cultura come Napoli vista come un ripiego, un luogo d’eccezione culturale e paesaggistica come Capodimonte ridotto in modo sfacciato e vergognoso a paracadute, alla stregua di un ruota di scorta”.


Ora: i dem napoletani sono ancora più amareggiati perché, dopo l’ottimo lavoro del predecessore di Schmidt a Capodimonte, il francese Sylvain Bellenger, il polo museale rischia di fare passi indietro:


“È un gioco al massacro che negli ultimi mesi sta già danneggiando il Museo e il Real Bosco con un calo di visite confermato dalla loro scomparsa dalle classifiche dei siti più visitati. Noi non ci stiamo”.

Ma, per la cronaca: stando ai sondaggi, Schmidt per Palazzo Vecchio corre di rincorsa.