Giornata di festa in Vaticano per tanti nonni e nipoti che hanno potuto incontrare Papa Francesco nell’Aula Paolo VI. Il pontefice ha regalato sorrisi e parole colme d’amore verso i nonni, verso i quali ha sempre mostrato grande stima ritenendoli figure fondamentali per la società civile. A fare da testimonial ed intrattenere il pubblico dal palco anche il nonno d’Italia Lino Banfi e le canzoni del maestro Albano Carrisi. TAG24 ha seguito l’evento ed ecco i video dei momenti più belli.
Papa Francesco incontra i nonni in Vaticano, i video con gli
interventi di Lino Banfi
Lino Banfi era già stato protagonista di un incontro in Vaticano con sua santità Papa Francesco in occasione della giornata della carezza, ma i due hanno ormai stabilito da tempo una forte amicizia tanto che quando l’attore perse l’amata moglie Lucia tra i primissimi a contattarlo per porgergli le sue sentite condoglianze. Lino Banfi ha proprio voluto parlare di questo rapporto speciale con il pontefice dal palco.
“Io e Papa Francesco abbiamo 6 mesi di differenza, io sono più vecchio perché faccio 88 anni a luglio e lui a dicembre. Quando l’ho conosciuto ho scherzato dicendo che mi doveva portare rispetto”, ha sorriso l’attore “Io dico di farla crescere questa amicizia tra di noi perché è bella. Lui è il nonno del mondo, ascoltatelo quando dice pregate per lui perché ha bisogno di sorridere. È dura fare il papa”,
ha chiosato l’attore che ha poi voluto leggere una poesia scritta per l’Ucraina chiedendo nuovamente la pace.
Albano scalda il pubblico con l’ “Ave Maria” e “Felicità”
Un appello quello per la pace ribadito fortemente anche da nonno Albano, che ha prima regalato un’interpretazione solenne di canzoni potenti come “Nel Perdono” e l’ “Ve Maria” prima di far scatenare nonni e nipoti con “Felicità”: “La parola guerra va cancellata da ogni vocabolario”.
Il video con il discorso di Papa Francesco
Papa Francesco è arrivato camminando con il bastone tra un mare di applausi. Il pontefice dopo aver salutato Lino Banfi ha tenuto un discorso dedicato ai nonni ricordando anche la sua:
“L’amore ci rende migliori. Lo mostrate anche voi, che vi migliorate a vicenda volendovi bene. E ve lo dico da ‘nonno’, – ha detto Francesco – col desiderio di condividere la fede sempre giovane che unisce tutte le generazioni. Anch’io l’ho ricevuta da mia nonna, dalla quale per prima ho imparato a conoscere Gesù, che ci ama, che non ci lascia mai soli, e che ci sprona a farci anche noi vicini gli uni agli altri e a non escludere mai nessuno. Ricordo ancora oggi le prime preghiere imparate da lei. È da lei che ho sentito la storia di quella famiglia dove c’era il nonno che, siccome a tavola non mangiava più bene e si sporcava, era stato allontanato, messo a mangiare da solo. Non era una cosa bella, anzi, era molto brutta! Allora il nipotino si è messo a trafficare per qualche giorno con martello e chiodi e, quando il papà gli ha chiesto cosa stesse facendo, ha risposto: ‘Costruisco un tavolo per te, per farti mangiare da solo quando diventi vecchio!’. Questo mi ha insegnato la mia nonna, e io non l’ho più dimenticato. Non dimenticatelo neanche voi, perché è solo stando insieme con amore, non escludendo nessuno, che si diventa migliori, più umani! Non solo, ma si diventa anche più ricchi”.
Il pontefice ha poi ribadito l’accorato appello a non lasciare soli i nonni:
“Per la cultura dello scarto, gli anziani vengono lasciati soli e devono trascorrere gli ultimi anni della vita lontano da casa e dai propri cari. Pensiamoci un momento: ci piace questo? Gli anziani non devono stare soli, devono vivere in famiglia e se non possono stare in famiglia dobbiamo andarli a trovare. Non è molto meglio un mondo in cui nessuno deve aver paura di finire i suoi giorni da solo? Chiaramente sì. E allora costruiamolo questo mondo, insieme, non solo elaborando programmi di assistenza, quanto coltivando progetti diversi di esistenza, in cui gli anni che passano non siano considerati una perdita che sminuisce qualcuno, ma un bene che cresce e arricchisce tutti: e come tali siano apprezzati e non temuti”.
Poi alla fine del discorso il riferimento sulla guerra:
“Gli anziani usano gli occhiali ma vedono lontano, perché hanno vissuto tanti anni, e hanno tante cose da insegnare: ad esempio quanto è brutta la guerra. Io, tanto tempo fa, l’ho imparato proprio da mio nonno, che aveva vissuto la prima guerra mondiale e che con i suoi racconti mi ha fatto capire che la guerra è una cosa orribile, da non fare mai”,
Un lungo appello d’amore del pontefice, consapevole come nella società odierna i nonni rappresentano ancora una colonna portante.