Proseguono i lavori a livello europeo per cercare di dare vita ad un quadro di assoluta sicurezza per le criptovalute. L’ultimo capitolo in tal senso è rappresentato dall’approvazione di un ampio pacchetto di norme relative al contrasto alle attività di riciclaggio di proventi derivanti da attività illegali, da parte del Parlamento Europeo. Un pacchetto il quale ha focalizzato la sua attenzione su vari servizi ed entità finanziarie, compresi gli asset virtuali.

Cosa è stato deciso dal Parlamento Europeo

Il Parlamento Europeo ha approvato una serie di misure volte a contrastare il riciclaggio di proventi derivanti da attività illecite. Tra le norme messe in campo, spiccano una maggiore due diligence e il libero accesso consentito a giornalisti e altri soggetti interessati “alle informazioni sulla titolarità effettiva” nei registri nazionali.

Per quanto attiene a questo particolare aspetto, si precisa che i soggetti abilitati a farlo saranno persone o entità con “legittimo interesse”. Un ambito in cui vanno a rientrare non solo giornalisti e professionisti attivi nel settore dei media, ma anche le organizzazioni della società civile e altre autorità competenti. A tutti essi sarà garantito “un accesso immediato, non filtrato, diretto e gratuito alle informazioni sulla titolarità effettiva conservate nei registri nazionali e interconnesse a livello globale”. Le informazioni sulla proprietà effettiva sono quelle in grado di fornire chiarimenti atti a identificare entità o persone che possiedono o controllano società.

Il pacchetto disposto per l’occasione ha dato modo al Parlamento Europeo di delineare un nuovo quadro, che inasprisce in maniera significativa le misure volte a impedire l’utilizzo di strumenti finanziari da parte di bande criminali e di matrice terroristica lungo tutta l’eurozona.

Per rendere più stringente il quadro, le misure in oggetto hanno preso di mira non solo i pagamenti in contanti, ma anche quelli in valuta virtuale e le sponsorizzazioni delle società sportive, in particolare quelle di calcio.

I punti qualificanti approvati in tema di criptovalute

Il nuovo regolamento mira a dare vita ad un quadro normativo unificato a livello europeo. Ovvero per i 27 Paesi che già fanno parte dell’Unione Europea. Tra i punti qualificanti spicca l’istituzione di una autorità espressamente dedicata al contrasto del riciclaggio di denaro sporco. Ente che avrà sede a Francoforte e il quale sarà chiamato a supervisionare l’attuazione dei relativi quadri, a partire da quelli dedicati alle “entità più rischiose”.

Nel comunicato stampa diffuso dopo l’esito del voto, è possibile leggere al riguardo: “Le nuove leggi includono misure rafforzate di due diligence e controlli sull’identità dei clienti, dopo i quali i cosiddetti soggetti obbligati (ad esempio banche, gestori di beni e criptovalute o agenti immobiliari e virtuali) devono segnalare attività sospette alle Unità di informazione finanziaria e altre autorità competenti”.

Spicca in questo nuovo quadro la particolare severità con cui il provvedimento ha preso di mira il settore dell’innovazione finanziaria. Una severità la quale è vista con una certa preoccupazione dalla criptosfera. I requisiti imposti alle aziende che operano al suo interno, infatti, sembrano più rigidi rispetto a quelli pretesi per i settori finanziari più tradizionali. Anche perché sono ulteriormente ristretti rispetto a quanto concordato nell’accordo politico sul pacchetto, a gennaio.

I testi che compongono il pacchetto erano stati votati da una commissione parlamentare congiunta nel corso del mese di marzo. Dopo il voto nell’assemblea plenaria, ora la trasformazione effettiva in legge deve passare dall’adozione formale del provvedimento da parte del Consiglio UE, ovvero l’organismo che raggruppa i legislatori degli Stati membri.

Si può comunque dire che l’Unione Europea si appresta a fissare un quadro in cui le criptovalute dovranno muoversi tra paletti molto stretti. Soprattutto, dovranno farlo le aziende del settore, se non vorranno trovarsi ai ferri corti con le autorità di regolamentazione dei singoli Paesi.