“Entro la metà del mese di giugno chiuderemo le indagini e chiederemo il rito abbreviato nei confronti di Bujar Fandaj“, ha dichiarato il procuratore di Treviso Marco Martani facendo il punto sull’inchiesta che vede indagato il 41enne di origini kosovare per l’omicidio dell’ex amante incinta Vanessa Ballan, consumatosi lo scorso dicembre a Spineda di Riese Pio X.

Verso la richiesta di giudizio immediato per Bujar Fandaj: secondo la Procura uccise Vanessa Ballan

Il termine è quello del 19 giugno, data del sesto mesiversario della morte della 26enne. Stando a quanto riferito dal procuratore, una volta chiuse le indagini, Bujar Fandaj – attualmente detenuto nel carcere di Treviso – sarà rinviato a giudizio immediato, saltando la fase dell’udienza preliminare senza però ottenere sconti di pena.

Si tratta di un procedimento speciale richiesto in presenza di un’evidente fondatezza dell’accusa mossa nei confronti di un soggetto indagato, qualora cioè gli indizi a suo carico siano tanti e gravi, come nel caso del 41enne. Nonostante in una lettera indirizzata agli inquirenti abbia scritto di aver agito al culmine di una lite con la vittima, dopo che lei lo aveva aggredito, la Procura è infatti convinta della sua colpevolezza e del fatto che avesse premeditato il delitto.

In mano ha non solo l’arma usata (che aveva portato con sé) e un video in cui viene ripreso mentre scavalca la recinzione dell’abitazione della donna poco prima che venga uccisa, ma anche un possibile movente. Vanessa Ballan era incinta del compagno Nicola Scapinello, con cui aveva già avuto un figlio cinque anni prima: l’ipotesi è che Fandaj ne fosse venuto a conoscenza e che, avendo visto tramontare definitivamente la possibilità che lei lasciasse l’altro per andare a vivere con lui, come le aveva chiesto, abbia deciso di ucciderla.

La ricostruzione dell’omicidio

Dopo essersi conosciuti tra le corsie del supermercato in cui Vanessa era impiegata come cassiera, i due avevano intrapreso una relazione extraconiugale che lei, a un certo punto, aveva deciso di troncare: Fandaj aveva quindi iniziato a seguirla e a minacciarla, chiedendole di fare un passo indietro.

Ad ottobre aveva inviato al compagno un video che li ritraeva in atteggiamenti intimi, esplicitando la natura dei loro rapporti: Scapinello aveva deciso di perdonare la moglie e l’aveva accompagnata dai carabinieri per denunciare l’ex amante per stalking e revenge porn.

Si era deciso di non disporre nei confronti del 41enne alcun divieto di avvicinamento. Nonostante ciò, per un certo periodo di tempo, l’uomo sembrava essersi calmato. Sembrava. Il 19 dicembre del 2023, dopo essersi introdotto in casa della donna rompendo il vetro della portafinestra d’ingresso, l’ha accoltellata fino a lasciarla a terra inerme.

La questione della premeditazione

Stando alla sua versione, l’avrebbe colpita per difendersi, dopo che lei lo aveva aggredito, al culmine di una lite scoppiata perché lui era andato a trovarla “per chiederle il motivo della denuncia“; stando alla ricostruzione della Procura, Fandaj avrebbe invece premeditato il delitto nei minimi dettagli, intrufolandosi nell’abitazione quando la donna era sola con il preciso intento di toglierle la vita.

Subito dopo i fatti si era cambiato e si era recato in un bar, ordinando un caffè e della birra e parlando del più e del meno con i presenti. Quando era stato fermato aveva con sé un coltello compatibile con quello usato per uccidere la 26enne; sulla scena del crimine aveva lasciato un martello con la scritta “7 color”, il nome della sua azienda. A dare l’allarme, dopo essere rincasato, era stato Scapinello, che aveva subito sospettato che l’assassino fosse lui.