Superbonus, quando è ancora possibile utilizzare nel 2024 la remissione in bonis per la cessione dei crediti e per la presentazione della documentazione quale obbligo di informazione e di comunicazione dei lavori effettuati? Il quesito emerge dal fatto che, con il decreto legge 39 del 30 aprile 2024, il governo ha messo la parola fine alla possibilità di cedere sconti e crediti d’imposta in ritardo rispetto alla data ultima di comunicazione della cessione stessa. Pertanto, la data del 4 aprile 2024 fissata la scadenza per presentare le comunicazioni dei bonus ceduti nell’anno 2023.
Tuttavia, il divieto posto dal decreto legge 39 del 2024 non deve essere inteso come assoluto. Esistono ancora operazioni che possono essere effettuate in ritardo e sanate con la remissione in bonis, salvo pagare la sanzione prevista pari a 250 euro per ogni tipologia di lavoro per la quale si presenti domanda.
Superbonus remissione bonis 2024, quando si può usare per la cessione dei crediti d’imposta?
Quando è ancora possibile utilizzare la remissione in bonis per mettersi in regola con la cessione dei crediti d’imposta e per la documentazione da presentare a supporto dei lavori di efficientamento energetico e di ristrutturazione? Il decreto 39 del 30 marzo 2024, attualmente atteso alla conversione in legge, ha chiuso con la stagione della cessione dei crediti d’imposta e degli sconti in fattura con presentazione delle relativa comunicazione in ritardo. Si era ipotizzata la possibilità di cedere i crediti in ritardo fino al 15 ottobre 2024 con pagamento della sanzione di 250 euro.
Pertanto, il termine per la presentazione dei crediti d’imposta maturati sulle spese del superbonus nel 2023 e per le rate residue degli anni 2020, 2021 e 2022 è scaduto lo scorso 4 aprile e, in assenza di interventi normativi, è destinato a non riaprirsi.
Superbonus remissione bonis 2024, caso di ritardo documentazione
Tuttavia, il termine e la mancata proroga della remissione in bonis non riguarda l’universalità delle pratiche che si possono presentare per sanare un ritardo o un errore. Può capitare, ad esempio, che il general contractor con il quale un condominio abbia sottoscritto un appalto per interventi di ristrutturazioni – con presentazione della delibera condominiale e della Comunicazione asseverata di inizio dei lavori (Cilas) entro la scadenza del 25 novembre 2022 in modo da prorogare il 110% anche nel 2023 – non abbia presentato il modello B necessario per la certificazione della riduzione del rischio sismico nel caso di lavori di questo tipo.
Il divieto che pone il decreto legislativo 39 di un mese fa riguarda, dunque, la remissione in bonis per sanare crediti d’imposta la cui cessione avvenga oltre i termini prescritti dalla legge mentre, per quanto riguarda gli obblighi di documentare gli interventi, è ancora possibile presentare in ritardo i relativi certificati pagando la sanzione di 250 euro.
Remissione 2023, come si potevano cedere gli sconti sui bonus edilizi
Nello scorso anno, con la remissione in bonis, i committenti dei lavori del superbonus in ritardo nella cessione dei crediti d’imposta e degli sconti in fattura rispetto alla data di comunicazione all’Agenzia delle entrate del 31 marzo, hanno potuto presentare la comunicazione in ritardo fino al 30 novembre pagando 250 euro di sanzione della remissione in bonis. L’unico vincolo riguardava il soggetto verso il quale effettuare la cessione: per trasmissioni dal 1° aprile al 30 novembre 2023, la vendita poteva essere effettuata solo verso soggetti a regime controllato, come istituti bancari e assicurativi.