A proposito dei bandi per la gestione dei chioschi di Capocotta, sul litorale romano, in Campidoglio è nata una polemica. La giunta Gualtieri, infatti, ha deciso di assegnarli premiando con 5 punti chi vuole gestirli assumendo persone disabili e il triplo, 15, per chi lo vorrà fare avanzando progetti di inclusione per le persone che si riconoscono nella comunità Lgbtq+.
Ma perché a 24 anni dall’ultimo avviso pubblico queste strutture ricettive attirano tanta attenzione?
Il Campidoglio, con il bando che ha emanato, le darà in gestione per sei anni con l’obiettivo di garantire a tutti quei servizi che rendono piacevole una giornata in spiaggia.
Chioschi di Capocotta sul litorale romano, Gualtieri: “Valorizziamo l’accoglienza Lgbtq+”
Nello specifico, sono tre i lotti che sono andati a bando dopo che recentemente un incendio doloso ha distrutto il Mecs Village.
Dopo una serie di proroghe, il bando, oltre ad obbligare i gestori a svolgere attività di promozione sportiva e culturale e a tutelare e manutenere i chioschi, mira a garantire anche la pulizia delle dune nelle aree di competenza. Ma soprattutto a valorizzare la storia di inclusione che ha caratterizzato queste strutture. Sta di fatto che, a chi gli ha fatto notare che forse assegnare 5 punti a chi garantisce lavoro ai disabili sono pochi rispetto ai 15 per i progetti di inclusione a favore degli appartenenti alla comunità Lgbtq+, Gualtieri ha risposto:
“A Capocotta c’è una tradizione di inclusione importante per la comunità Lgbtq+ che volevamo salvaguardare con le procedure di gara. I luoghi particolarmente accoglienti per questa comunità devono essere difesi. Per questo il nostro operato ci sembra corretto. I disabili? Noi siamo tra i pochi in Italia che applicano la clausola sociale”.