Anche nel 2024 potrebbe arrivare la cessione dei crediti d’imposta delle spese del superbonus in 10 anni. Le ultime novità emergono dall’iter di conversione in legge del decreto legge 39 del 30 marzo scorso, attualmente in discussione in Commissione Finanze del Senato. L’ipotesi è quella di concedere l’allungamento in dieci rate di sconti e bonus edilizi maturati nel 2023 e nei primi mesi del 2024, in modo da consentire ai contribuenti di non perdere quote di agevolazioni fiscali.
Rimane da capire come valuterà questa operazione il ministero dell’Economia e delle Finanze di Giancarlo Giorgetti, alle prese con i noti problemi di far quadrare i conti dopo gli oltre 200 miliardi di euro calcolati come spesa del solo superbonus a partire da ottobre 2020. L’istituto dello “Spalmacrediti” era stato introdotto già nello scorso anno per i bonus maturati nell’anno di imposta del 2022. Si ritiene più probabile l’arrivo della misura gemella della detrazione fiscale in dieci anni, anziché nei quattro anni previsti dal decreto legge 34 del 2020.
Cessione crediti 10 anni, come si applica al superbonus nel 2024 per le spese del 2023?
Chi ha sostenuto spese per i lavori in superbonus nell’anno 2023 attende l’arrivo, anche per quest’anno, dello Spalmacrediti, l’istituto che consente di diluire i crediti d’imposta e gli sconti in fattura per un arco temporale di dieci anni. A prevederlo sarebbe la conversione in legge del decreto 39 del 2024, in questo momento in Commissione Finanze del Senato.
Il provvedimento andrebbe incontro ai contribuenti mediante la diluizione delle spese del 2023 in quote decennali. La convenienza è quella di non perdere parti di bonus per effetto della mancata capienza fiscale dei redditi prodotti da chi abbia fatto lavori di efficientamento energetico o di ristrutturazione con il superbonus.
Cessione crediti in 10 anni superbonus, a chi conviene?
Calendario alla mano, il provvedimento consentirebbe di allungare il termine da fine marzo 2023 (data di chiusura del precedente Spalmacrediti, al 4 aprile 2024, data di scadenza per la presentazione delle comunicazioni all’Agenzia delle entrate dei crediti d’imposta ceduti e degli sconti in fattura applicati.
Lo Spalmacrediti dello scorso anno era stato introdotto dal decreto “Aiuti quater” di fine 2022. Rimane da capire in che modo il ministero dell’Economia valuterà la possibilità di arrivare a un’apertura sui crediti d’imposta che hanno causato un aumento notevole del deficit nei conti pubblici.
Bonus edilizi, come diluire la rata degli sconti?
Per le sole spese del superbonus relative all’anno 2023, che rientrerebbero in pieno nello strumento del nuovo Spalmacrediti, e considerando i dati dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea), la maxi rata maturata dell’ex bonus 110% ammonta a 84,7 miliardi di euro. Questa quantità di debiti, da riportare nel deficit annuale, peserebbe per oltre 21 miliardi di euro per ognuno dei quattro anni di durata ordinaria del superbonus, come da decreto legge 34 del 2020.
La diluizione dei crediti d’imposta per un periodo di tempo più lungo, a dieci anni, consentirebbe di ridurre la quota annuale che andrebbe a pesare sui conti pubblici a 8,47 miliardi di euro per ciascun anno. Una rata più sostenibile della quale ministero dell’Economia e delle Finanze potrebbe tener conto in vista della presentazione del bilancio statale alla Commissione europea.
Detrazione fiscale in dieci anni nel 2024, perché conviene?
L’ipotesi complementare delle spese del superbonus per l’anno 2023 è quella della detrazione fiscale prorogata a 10 anni, anziché a quattro anni. Con questa possibilità, in vigore nello scorso anno per le spese del 2022 e introdotta dal decreto 11 del 17 febbraio 2023, si consentirebbe ai contribuenti di abbassare la rata annuale da portare in detrazione dei redditi prodotti, con conseguente pieno rientro nella capienza fiscale anche di una parte dei contribuenti che producono redditi non sufficienti a sfruttare tutto il bonus.