Sulla scia dello scandalo del Pandoro Pink Christmas, un altro presunto caso di pubblicità occulta ai danni dei consumatori è venuto alla luce. Si tratta dei gioielli firmati Pasquale Bruni e indossati dalla giornalista Francesca Fagnani, conduttrice del noto programma di Rai2 “Belve“.
A smascherare il presunto illecito Striscia la Notizia. Un episodio arrivato sino alle orecchie del Codacons, che ha deciso di presentare un esposto all’Antitrust. Ai giornalisti di TAG24 l’avvocato e presidente dell’associazione per la difesa dei consumatori, Marco Ramadori ha commentato la vicenda.
Codacons vs Belve, Ramadori: “Sui gioielli risposta naïf della Fagnani”
Ha sollevato un bel polverone il servizio di Striscia la notizia, che ha instillato il dubbio su un presunto caso di pubblicità occulta. Nel mirino del programma di Canale 5 è finita la giornalista e conduttrice Francesca Fagnani, accusata di aver indossato, durante la trasmissione Belve, gioielli per un valore totale di 110 mila euro.
L’invita di Striscia, Rajae Bezzaz, ha intervistato la stessa giornalista, che si è difesa sostenendo di non avere alcun contratto con il brand né di averlo pubblicizzato in qualche modo. Si tratterebbe, per la conduttrice, di un prestito, giacché avrebbe restituito i gioielli ogni sera al termine del programma.
Non c’è violazione dell’articolo 10 del codice deontologico, perché se io avessi un indebito guadagno, se ricevessi anche solo una lira e fossi contrattualizzata con questi brand, come lo sono tantissimi, anche giornalisti professionisti, allora ci sarebbe un problema. Io restituisco i gioielli la sera stessa, non compare il brand nei titoli di coda e non ho nessun contratto con loro.
Queste le parole di Fagnani, ma la segnalazione è arrivata al Codacons, che ha deciso di presentare formalmente un esposto. L’avvocato Marco Ramadori ha spiegato ai giornalisti di TAG24:
“Siamo intervenuti perché la pubblicità deve essere trasparente. Questa vicenda è molto simile anche al caso Balocco. Uno può vendere quello che gli pare. Può vendere un pandoro a 1 euro o a 150 euro, non è che sia sbagliato, però deve essere trasparente. Questa è stata invece pubblicità occulta: la giornalista fa l’interesse di una società commerciale, cioè indossa un prodotto (di un brand senza dirlo ndr). È ancora peggio che sia stato fatto alla Rai, perché non si può. Poi la sua risposta è stata totalmente naïf”.
Francesca Fagnani si difende: “Nessun vantaggio nell’indossarli, rappresentazione che mi offende”
Eppure, sembra un ritornello già sentito, soprattutto dopo il recente caso di Lilli Gruber, ammonita dal Consiglio di disciplina dell’Ordine dei giornalisti del Lazio per aver pubblicizzato degli orecchini, indossandoli durante la trasmissione Otto e mezzo di LA7.
Nell’esposto del Codacons si legge che:
Complice la scollatura generosa del top, nelle inquadrature in primo piano sono sempre apparsi in evidenza”, si legge in un articolo pubblicato su Fanpage e dedicato appunto al look di Fagnani. E il tg diretto da Antonio Ricci aggiunge che “non passano inosservati due vistosi anelli con lo stesso motivo floreale. Gioielli per un valore complessivo di circa 110mila euro“. Striscia ha poi fatto notare che lo stesso brand è stato indossato dalla giornalista nella sua co-conduzione al Festival di Sanremo, “come risultava orgogliosamente segnalato in un apposito comunicato stampa”, e in due servizi su due importanti settimanali.
Da qui, la richiesta dell’associazione che tutela i diritti dei consumatori all’Antitrust, affinché faccia luce sulla vicenda. Ramadori sottolinea:
“(Fagnani ndr) Ha riconosciuto che sono gioielli di questa società, però dice che li ha indossati gratuitamente, che non c’è nessun accordo, ma non vuol dire nulla. Perché questa società ha dato i gioielli da indossare gratuitamente? Probabilmente per avere un ritorno di immagine. Quindi direi che è pubblicità: è ininfluente se ci sia un accordo o meno. E’ un inganno fatto ai consumatori, a chi è spettatore, perché non era evidente, non era ovvio.
Passa il messaggio che è stata una scelta di gusto della giornalista avere questi accessori, quindi la società usa la stima che i telespettatori possono avere per la giornalista per pubblicizzare il prodotto. L’inganno c’è perché lei non li ha comprati questi beni, li ha semplicemente avuti dalla società, che quindi usa l‘immagine della Fagnani per avere un utile. Su questo abbiamo fatto un esposto. Adesso l’Antitrust dovrà valutare se è ingannevole o no“.