È successo a Bari, nel pomeriggio di ieri, 25 aprile, l’ennesima aggressione al personale medico. Teatro dell’episodio il pronto soccorso dell’Ospedale Di Venere, dove due infermieri sono stati aggrediti da una madre, che attendeva le dimissioni del figlio.
Infermieri aggrediti a Bari: indagini in corso
Si era stufata di attendere altro tempo la madre che nel pomeriggio del 25 aprile ha aggredito due infermieri. Probabilmente, stanca di aspettare per le dimissioni del figlio, la donna ha scagliato la sua frustrazione contro i due operatori sanitari.
Una violenza inaudita, esasperata dall’arrivo in contemporanei di alcuni codici rossi, che avevano impegnato il personale del pronto soccorso. Sotto shock gli infermieri, giudicati guaribili con una prognosi di 10 e 15 giorni.
Sul posto, gli agenti della polizia di Stato, che hanno placato la donna e avviato un fascicolo d’indagine. Messaggi di solidarietà dalla Direzione generale della ASL Bari ai due dipendenti dell’Ospedale Di Venere.
Violenza al pronto soccorso di Bari: reclusione da 2 a 5 anni
La donna dovrà rispondere di interruzione di un pubblico servizio e lesioni personali. Intanto, i due infermieri potrebbero decidere di aderire all’offerta dell’ASL Bari, che ha messo a disposizione il proprio ufficio legale.
Secondo l’attuale legislazione, con il Decreto legislativo del 19 marzo 2024 n. 31, per volontà della vittima si può procedere a denuncia:
“Si può procedere d’ufficio anche nel caso di lesioni personali ai professionisti sanitari, indipendentemente dalla gravità della lesione, lieve, grave o gravissima e dalla volontà della vittima di sporgere denuncia. Questo tipo di aggressione può comportare la reclusione da due a cinque anni, aumentabili a dieci se le lesioni sono “gravi” e fino a sedici se “gravissime”.