La Lazio si prepara per affrontare la 34° giornata di campionato. Domani allo stadio Olimpico arriverà il Verona di Baroni, una squadra ostica, alla continua ricerca di punti salvezza. I biancocelesti però non possono lasciare nulla per strada se vogliono continuare a rimanere attaccati al treno europeo. I capitolini non devono sbagliare nulla e sperare in qualche passo falso delle dirette concorrenti. 15 punti in palio e l’obbligo di prenderne almeno 13. Alla vigilia del match dell’Olimpico, in porgramma domani sera con fischio di inizio alle ore 20.45, Lazio-Verona, il tecnico dei biancocelesti Igor Tudor è intervenuto in conferenza stampa. Di seguito le sue dichiarazioni.
Lazio-Verona, Tudor in conferenza stampa
Cinque partite al termine della stagione. Cinque battaglie da vincere per tentare l’impresa di conquistare un posto in Europa. La Lazio sa che sarà difficile e che aggrapparsi solo alla matematica non basta. I biancocelesti dovranno ragionare gara dopo gara, senza guardarsi intorno, e poi arrivare alla fine e tirare le somme in una stagione che si è rivelata piena di ostacoli. Battere il Verona però non sarà semplice. La squadra di Baroni deve fare punti per allontanare il pericolo della retrocessione. I giochi sono ancora tutti aperti, sia in vetta che in coda e nessuno, a questo punto, vuole perdere. Alla vigilia del match dell’Olimpico, in porgramma domani sera con fischio di inizio alle ore 20.45, Lazio-Verona, il tecnico dei biancocelesti Igor Tudor è intervenuto in conferenza stampa.
“La squadra ha fatto due giorni di scarico dopo il match con la Juventus e avremo un solo allenamento per preparare una gara così importante. Quella con il Verona è la partita più difficile, che chiude un ciclo importante, ma è troppo importante per varie ragioni, e soprattutto per la classifica. Non si può sbagliare. Vedremo oggi come stanno i ragazzi. Quella di Baroni è una squadra tosta e so che sarà complicato, anche per la loro posizione di classifica. E’ un club a cui sono legato perchè è stato molto importante per il mio percorso. Questo lavoro è una crescita continua. Ho iniziato ad allenare 12/13 anni fa ed ero molto giovane e ogni step è fondamentale. Infortunati? Vedremo oggi perchè qualcuno ha recuperato e qualcun altro è a metà strada”.
Scelte e difficoltà
“Le difficoltà sono legate ai pochi giorni per poter preparare le partite e alla poca conoscenza della squadra. Niente di particolare. Sono felice però perchè ho trovato un gruppo di giocatori molto disponibile. Si allenano sempre facendo in modo di sbagliare il meno possibile. Non sono sopreso dalla risposta della squadra contro la Juventus. E’ chiaro che più ci alleniamo e più la squadra migliora. Non rinuncerei a niente di quanto fatto in questo mese. Ci sono state gare fatte meglio e altre fatte meno bene, ma tutto fa parte della crescita. Se mi chiedete quale vittoria conta di più, io dico la prima con la Juventus. Ci conoscevamo da pochi giorni, c’erano le Nazionali, ed è stata una gara importante. Quel che conta però è la strada intrapresa e la mentalità, che va martellata tutti i giorni”.
Poi sulla corsa Champions e sul gol segnato all’ultimo secondo dalla Roma:
“I rimpianti ci sono sempre. Ieri ad esempio avrei voluto poter fare un allenamento diverso. E’ importante fare autocritica e sono consapevole di tutti gli sbagli fatti in questo mese. Questo aiuta a crescere. Le gare vanno interpretate e spesso dall’esterno le dinamiche non si conoscono. Ci sono tanti fattori che subentrano e decidono. Quel che è fondamentale è il tempo che un allenatore può spendere con la sua squadra. Ieri non ho guardato i 20 minuti della Roma. Tutte le gare sono importanti, ma noi dobbiamo guardare a noi perchè sugli altri non possiamo influire. Dobbiamo spendere energia solo per le nostre partite”.
I singoli
“Castellanos e Immobile potrebbero anche giocare insieme in un tempo limitato, se c’è la necessità di ribaltare un risultato. Il sistema di gioco va adeguato ai calciatori che si hanno a disposizione. Non è detto che inserendo tutti gli attaccanti si diventa più pericolosi, perchè le cose vanno preparate in allenamento. Per Felipe Anderson vedremo oggi come sta. Ha preso un pestone, ma ieri ha corso con le scarpe da ginnastica. Per noi è un giocatore fondamentale e faremo il possibile per farlo giocare. Isaksen è un calciatore che si allena bene ed è concentrato. Pellegrini? E’ stato fuori per infortunio, mentre gli altri hanno fatto bene. Potrebbe giocare o meno domani, come gli altri”.
Un passaggio anche su Zaccagni e Mandas.
“Zaccagni può fare l’ala larga, come quinto invece lo vedo così e così. Può giocare dietro la punta, più vicino alla porta. Ci è mancato tanto perchè è un giocatore fondamentale per questa squadra. Sono contento sia tornato. Ci rafforzerà molto per le gare rimaste. Ha fatto 2 o 3 allenamenti con noi e non partità dall’inizio, ma sarà in panchina. Mandas ha fatto bene. Quando un portiere non fa sbagli che ti costano gol, va bene. Mi sembra sia cresciuto. Abbiamo fatto delle scelte e ho chiesto di non forzare il gioco da dietro che prima era quasi obbligatorio. Lui ha rispostao alla grande e non stiamo correndo rischi”.
Obiettivi e mentalità
“Ognuno vede la mentalità in modo diverso e fa parte di ciò che ogni allenatore vuole trasmettere. Poi ci sono tanti altri fattori, come l’aggressività, la cattiveria, la voglia di soffrire e di non sbagliare niente. Questi valori vengono davanti a tutto in ogni sport perchè ci sono prima gli uomini e poi i calciatori. Non mi sono posto obiettivi. Con la società abbiamo solo deciso di fare il massimo possibile. Sulla carta sembra che uno sia più o meno forte, ma nelle ultime gare tutto si annulla. Non so se sia più facile affronatre il Verona, che lotta per la salvezza, o una squadra che sta più in alto e punta all’Europa”.
Infine un commento sulla preparazione fisica della sua Lazio.
“I dati vanno smepre interpretati, anche quelli fisici. C’è il volume, ci sono i livelli e soprattutto nel calcio ci sono i duelli. Questi sono aumentati e penso ci sia più intensità. Gli allenatori chiedono di approcciare in modo diverso anche dal punto di vista fisico, questo non vuol dire che uno sia meglio e uno sia peggio. Dal punto di vista mi è piaciuto molto il modo di interpretare le partite da parte della squadra. Non c’è niente invece che non mi sia piaciuto”.