L’attività di repressione, anche simbolica, nei confronti del dissenso continua a pieno regime in Russia. Un tribunale della città di Syktyvkar ha arrestato in contumacia lo scacchista Garry Kasparov ed altre 3 persone, con l’accusa di aver creato una rete terroristica che promuoveva atti violenti nello stato russo.
Kasparov era stato inserito, questo marzo, in una lista di “estremisti” sgraditi alle autorità russe.
Perché le autorità russe hanno arrestato in contumacia il campione di scacchi Kasparov
La notizia dell’arresto di Garry Kasparov, scacchista campione del mondo a soli 22 anni, è la dimostrazione di come il regime russo continui ad eliminare la possibilità di qualunque forma di pensiero alternativo rispetto a quanto decide sia giusto o sbagliato. L’arresto in contumacia ha un forte valore simbolico, giacché costringe Kasparov e le altre 3 persone oggetto della misura a non poter tornare per molto tempo in Russia.
Gli altri coinvolti nella vicenda sono collaboratori ed amici di Kasparov, tutti impegnati nell’associazione fondata dall’ex scacchista, il Free Russia Forum (Frf). Sono stati arrestati in contumacia anche l’ex direttore esecutivo del movimento di solidarietà russo Ivan Tyutrin, l’attivista Yevgeniya Chrikova e l’ex deputato alla Duma Gennady Gudkov, oppositori di Putin da tempo residenti all’estero.
Kasparov vive a New York dal 2013, ma denuncia da tempo le storture alla base delle politiche decise da Vladimir Putin. In occasione dell’invasione russa in Ucraina, nel 2022, Kasparov aveva detto:
Chiunque non aiuti l’Ucraina acconsente a un genocidio, che tutti possono vedere. Putin sta deliberatamente attaccando i civili. In questa situazione, è necessario rivedere le proprie posizioni. Non si tratta di schierarsi con una parte in guerra. Si tratta di schierarsi dalla parte dell’umanità.
Le critiche dello scacchista gli avevano fatto guadagnare, da parte della Rosfinmonitoring (intelligence finanziaria russa), l’inserimento nella lista degli estremisti. La decisione dell’arresto in contumacia, resta pubblica dal tribunale cittadino di Syktyvkar (capitale della Repubblica di Koni), indica che le “indagini” a carico di Kasparov sono terminate.
Questa decisione giudiziaria segue quella che aveva coinvolto una delle componenti del gruppo musicale-attivista delle Pussy Riot, condannata a 6 anni di carcere per un tweet contro la guerra in Ucraina.