Come cambia la pensione se si passa da un lavoro a tempo pieno a un lavoro part time? La situazione può riguardare un lavoratore che lavori in un’azienda da un certo numero di anni e che, a un certo punto della carriera lavorativa, abbia bisogno di ridurre il numero di ore settimanali di impiego decidendo per il part time. Peraltro, la scelta può riguardare un determinato periodo ed essere reversibile.

A tal proposito, si può optare per il passaggio dell’orario pieno a un orario parziale di tipo orizzontale, a 20 ore settimana, con possibilità di reversibilità, ovvero di rivedere in futuro la propria scelta. Ma, nel frattempo, cosa accade alla contribuzione versata tramite il proprio datore di lavoro e quali saranno gli effetti del part time sull’importo futuro della pensione?

Le indicazioni a una situazione che è abbastanza comune nelle scelte lavorative di vari dipendenti potrebbe richiedere la verifica della situazione contributiva in essere al momento dell’opzione stessa. Eventualmente, il lavoratore potrebbe decidere di incrementare nuovamente il numero di ore di lavoro settimanali, riprendendo il full time, anche negli ultimi anni di lavoro prima della pensione.

Pensione part time, come cambia se si cambia dal tempo pieno?

Quali effetti si verificano alla futura pensione nel caso in cui si decida di passare da un lavoro full time a un lavoro a tempo parziale? La situazione è ricorrente in varie situazioni di lavoro e può essere determinata da vari fattori e scelte, soprattutto a livello personale. Ricorrono spesso alla riduzione delle ore e al cambio del rapporto di lavoro le mamme di figli piccoli che necessitano di essere seguiti. Ma le motivazioni possono essere le più svariate.

In situazioni di questo tipo si può valutare di richiedere al proprio datore di lavoro di rivedere il proprio impegno lavorativo, optando per un part time orizzontale – ad esempio – a 20 ore alla settimana e possibilità di reversibilità in futuro. Ma, effettuando una scelta di questo tipo, ci si pone il dilemma di come verrà calcolata la futura pensione per via del minore quantitativo versato di contributi previdenziali in rapporto al minore stipendio percepito.

Pensione part time, così i contributi ai fini del trattamento futuro

Nel caso in cui si tratti di un lavoratore appartenente al sistema previdenziale contributivo puro, ovvero che abbia iniziato a lavorare in data successiva al 31 dicembre 1995, il calcolo della pensione avverrà interamente con le regole in vigore in questo meccanismo. Pertanto, il montante dei contributi sarà costituito dai versamenti effettuati mese per mese, e applicazione del coefficiente di trasformazione in corrispondenza dell’indice previsto all’età di uscita del lavoratore. Ma, nel caso di impiego part time c’è una regola essenziale sulla quale calibrare le proprie scelte. Per i lavoratori del sistema contributivo puro c’è la possibilità di uscire a 64 anni di età.

Pensioni e contributi, la regola generale

Infatti, ai fini del calcolo della pensione, l’anno di lavoro verrà considerato per intero ai fini del diritto al pensionamento, a prescindere che l’impegno lavorativo sia part time o full time. Cambia, invece, l’impatto che la scelta ha sull’importo del futuro trattamento di pensione. Infatti, quest’ultimo dipende dall’entità del montante dei contributi versati durante la vita lavorativa.

Da ultimo, occorre considerare un eventuale rientro nelle condizioni lavorative di un full time, anche durante gli ultimi anni di lavoro prima di andare in pensione. In tal caso, l’impatto che avrebbe il rientro al servizio full time provocherebbe un maggiore quantitativo dei contributi e, dunque, un importo più alto del trattamento di pensione. Pertanto, se la scelta di richiedere la riduzione dell’orario di lavoro è temporanea, minore è il tempo di permanenza nel tempo parziale e minori sono gli effetti (al ribasso) sull’importo della futura pensione.